La commissione Finanze della Camera ha dato il via libera al decreto superbonus con la creazione di un veicolo finanziario per sbloccare la cessione dei crediti
Il Governo dà uno scossone ai bonus edilizi, a partire dal Superbonus finito nel pantano dei crediti bloccati: l’agevolazione al 110% per le villette è stata prorogata fino al 30 settembre, ma per andare avanti serve la collaborazione delle banche. La soluzione arriva dall’istituzione di un veicolo finanziario a partecipazione diffusa con il coinvolgimento delle grandi società pubbliche in grado di acquistare e rivendere i crediti incagliati. Una piattaforma creata per ridare liquidità al sistema, ingolfato da 19 miliardi di euro che cittadini e imprese da mesi non riescono a cedere.
Bonus casa, il veicolo finanziario per smaltire i crediti
Nella serata di lunedì 27 marzo, la commissione Finanze della Camera ha dato il via libera al decreto sui crediti del superbonus dando mandato al relatore, Andrea de Bertoldi (FdI), di riferire in Aula (qui abbiamo parlato dell’impatto “disastroso” sui conti pubblici).
“Abbiamo sensibilizzato le istituzioni e le banche. Le banche e le Poste hanno annunciato che ricominceranno, in un quadro di maggiori certezze che abbiamo dato sotto il profilo giuridico, ad acquistare questi crediti”, ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, anticipando anche l’arrivo della banca-veicolo: “È in corso l’elaborazione di un sistema, una specie di piattaforma, che dovrebbe in qualche modo permettere di smaltire tutto l’arretrato”.
Il veicolo privato coinvolgerebbe banche e società statali, con in testa Enel X, che ha già testato questo tipo di strumento “con alcuni partner finanziari su volumi limitati”.
“Siamo quasi pronti, è questione di poco e potremo dare un decisivo impulso allo sblocco dei crediti incagliati”, ha assicurato il ceo Francesco Venturini.
Decreto superbonus: le novità
Il decreto superbonus licenziato dalla commissione Finanze prevede la proroga al 30 settembre del 2023 dell’agevolazione al 110% per villette, che alla data del 30 settembre dello scorso anno avevano effettuato almeno il 30% dei lavori.
Per chi non ha concluso il contratto di cessione dei crediti del 2022 entro il 31 marzo, c’è inoltre la possibilità di effettuare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il 30 novembre con la ‘remissione in bonis’, pagando una sanzione di 250 euro.
Cessione e sconto in fattura vengono mantenute per l’eliminazione delle barriere architettoniche e anche per gli istituti per le case popolari (Iacp), le onlus e il terzo settore, e per i lavori su immobili colpiti da eventi sismici e anche per l’alluvione delle Marche (qui abbiamo riportato le novità arrivate dagli emendamenti sul superbonus).
Tra le novità principali inserite nel testo, anche la possibilità per intermediari finanziari e assicurazioni che hanno esaurito la propria capienza fiscale di utilizzare i crediti per sottoscrivere emissioni di buoni del Tesoro poliennali da 10 anni per smaltire fino al 10% dei crediti scontati annualmente.
Salta invece il ricorso agli F24, ipotizzato in un primo momento, in quanto il loro utilizzo “genererebbe sostanziali e rilevantissimi problemi di cassa”, come spiegato dal sottosegretario Federico Freni.
Il deputato leghista ha annunciato per i contribuenti che hanno fatto lavori col superbonus e portano le spese in detrazione la possibilità di spalmare lo sconto su 10 anni anziché 4, utilizzando così maggior spazio fiscale su più annualità (qui abbiamo riportato l‘ipotesi di detrazione in 10 anni per il Superbonus).
Esteso infine anche a tutti i cessionari che acquistano crediti da una banca, lo scudo dalla responsabilità in solido per chi acquista i crediti del superbonus.