Bonus di 600 euro tra Lega e M5s. Deferito Rizzone in Cinque Stelle. Salvini in Lega riceve attacco interno

Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 Stelle, ha fatto sapere che Marco Rizzone è stato deferito ai probiviri per aver richiesto all’Inps il bonus per partite Iva. Sarebbe quindi lui uno degli ormai famigerati deputati con il bonus  che stanno agitando l’estate politica italiana.

Per Marco Rizzone, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Attività produttive, è stata chiesta la sospensione immediata dal MoVimento. “In relazione alla vicenda del bonus da 600 euro, destinato a partite Iva, lavoratori autonomi e professionisti, ho deferito il deputato Marco Rizzone al Collegio dei Probiviri chiedendone la sospensione immediata e massima severità nella sanzione”, ha dichiarato in una nota il capo politico del M5s Vito Crimi.

Il Movimento 5 stelle si allinea di fatto alla condotta della Lega che ha optato per la sospensione di due deputati.

Nato nel 1983, laureato in economia e commercio, Rizzone si afferma nel mondo del lavoro nel settore turistico e informatico. È di sua creazione la Zonzo Fox, l’app che funziona come guida turistica delle città italiane. Nel 2019 ha dichiarato un reddito di quasi settantacinquemila euro oltre al possesso di diverse azioni di Eni, Leonardo, Enel e Pirelli. Dal punto di vista più prettamente politico, alla sua prima esperienza parlamentare, è stato uno dei grandi sostenitori dell’alleanza con il Partito democratico per le elezioni regionali in Liguria.

Riguardo al bonus di 600 euro Matteo Salvini riceve un attacco interno di partito. Giuseppe Leoni, primo consigliere comunale della Lega Lombarda nella Varese di Bossi nonché primo deputato del partito eletto alla Camera nel 1987, spara a zero su Matteo Salvini e sul cambio di pelle che la forza politica ha avuto negli ultimi anni. Senza mezzi termini, intervistato da Repubblica, parla di “traditori”. Leoni, che oggi ha 73 anni ed è in pensione, affronta anche il capitolo furbetti del Bonus Inps da 600 euro, spostando però subito l’attenzione sul caso dei 49 milioni di euro frodati. Un vero e proprio attacco frontale.

“A me interessano relativamente i 600 euro incassati da quattro furbetti. Mi interessano di più i 49 milioni di euro. Dove sono finiti? Salvini sa dirmelo? No perché, a volerla dire tutta, in quel gruzzolo ci sarebbero anche i miei, di soldi, quelli di un architetto che ha pagato le tasse per tutta la vita”. Così si esprime Leoni.

L’ex leghista dichiara quindi che la Lega attuale “non c’entra nulla” con la “tradizione” del partito degli albori. “Hanno cambiato nome – prosegue -, hanno stravolto le cose. Qui a Varese, dove vivo, la tensione è molto alta. Più del 50 per cento dei tesserati ha rinunciato a rinnovare l’iscrizione al partito di Salvini. Non sono interessati a quella roba lì. E vogliono adesso tornare a fare politica sotto i vecchi simboli. Non coi traditori”.

Parole forti che Leoni ribadisce e spiega così: “Hanno soffocato lo spirito autonomista che soffiava dentro la Lega Nord. Noi avevamo un progetto federalista. Matteo Salvini ha scambiato il concetto di federalismo con quello di federale fascista”.

L’ex deputato ‘storico’ bossiano riserva poi un altro attacco pesante nei confronti dell’attuale leader della Lega: “Penso a cosa sarebbe successo se avessimo affrontato l’emergenza Covid con Salvini al governo: ci saremmo ritrovati come in Brasile. La provvidenza ci ha salvato”.

E ora? Chi si è sentito tradito dalla ‘nuova’ Lega cosa farà? “Vediamo come vanno le cose. Sto alla finestra. Ma faccio una previsione: alle elezioni amministrative del prossimo anno a Varese ci sarà un candidato della Lega Nord. E come qui anche in tanti altri posti”.

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