Dal prossimo 23 febbraio verrà erogato dall’Inps il bonus Irpef da 100 euro ai disoccupati che percepiscono l’indennità da disoccupazione tramite la Naspi.
Naspi
La Naspi spetta a tutti coloro che perdono il lavoro per cause non imputabili alla propria volontà e che hanno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni, oltre a 30 giorni di lavoro effettivo nell’ultimo anno. Ha un importo pari al 75% della media delle retribuzioni percepite negli ultimi 4 anni. Da febbraio, appunto, a questo importo si aggiunge, per chi rientra nei requisiti, anche il bonus da massimo 100 euro.
Bonus Irpef 100 euro in arrivo: l’ex bonus Renzi
Si tratta dell’ex bonus istituito durante il governo Renzi, come taglio del cuneo fiscale da 1.200 euro all’anno. Con la legge di Bilancio 2021 il sussidio è passato dagli 80 euro introdotti nel 2014, fino a raggiungere un ammontare di 100 euro mensili.
A partire da fine febbraio, il bonus Irpef sarà versato dall’ente di previdenza sociale direttamente sul conto corrente del lavoratore disoccupato. L’importo di massimo 100 euro al mese, decresce all’aumentare del reddito e non incide ai fini del calcolo dello stesso.
Bonus Irpef 100 euro in arrivo: i requisiti
Il trattamento integrativo viene riconosciuto ai lavoratori dipendenti con un reddito inferiore ai 28 mila euro, che dovrebbero raggiungere una platea di 4,3 milioni di persone, e ai lavoratori dipendenti e assimilati incapienti con reddito inferiore a 8.145 euro, tramite pagamento diretto da parte del datore di lavoro.
In particolare i dipendenti pubblici e privati potranno godere del bonus Irpef 2021 in proporzione alla fascia di reddito di appartenenza, secondo i seguenti criteri:
- tra 26.600 euro e 28.000 euro per una cifra pari a 100 euro al mese;
- tra 28.000 e 35.000 euro per un importo pari a 80 euro al mese;
- tra 35.000 e 40.000 euro una somma decrescente da 80 euro fino a zero.
Nel calcolo vanno esclusi il reddito derivante dall’abitazione principale e relative pertinenze, oltre ai premi di risultato soggetti all’imposta sostitutiva del 10%. Devono essere sommati, invece, i redditi derivanti da immobili soggetti alla cedolare secca.
In seguito al conguaglio, al momento della dichiarazione dei redditi, potrebbe essere richiesta la restituzione dell’indennità. Circostanza che si potrebbe verificare nel caso vengano accertati altri redditi oltre a quello da lavoratore dipendente.
Il bonus Irpef potrebbe essere ripreso nel 730, qualora quanto percepito durante l’anno non fosse dovuto. Potrebbe inoltre essere necessaria un’integrazione qualora il bonus Irpef percepito fosse al di sotto dei 100 euro. Se durante l’anno il reddito dovesse registrare un aumento, per evitare che il premio venga trattenuto a fine anno il dipendente può chiedere all’azienda di non applicare il trattamento integrativo, oppure di riconoscere il trattamento integrativo in un’unica soluzione in sede di conguaglio di fine anno.
Non serve domanda
Il bonus viene riconosciuto sotto forma di detrazione fiscale, una sorta di bonus Irpef. Non è necessario presentare una domanda per ottenerlo: per i disoccupati dal 23 febbraio è direttamente l’Inps (che agisce come sostituto d’imposta) a erogare il contributo e gli aventi diritto lo riceveranno sul conto corrente (separatamente dal pagamento mensile della Naspi). Per chi non è disoccupato, invece, è il datore di lavoro privato a riconoscere il bonus Irpef nel cedolino e il dipendente lo vedrà in busta paga.