Bonus Natale “Io resto a casa”, la bufala che sta spopolando sui social: attenti alla truffa

Gira su whatsapp, ma anche su diverse pagine social a dire la verità, un messaggio che inviata a cliccare su un link per ricevere il cd. bonus Natale di 120 euro “Io resto a casa”. Peccato che, una volta seguiti i passaggi indicati, le persone non riceveranno niente sul proprio conto corrente: al di là delle promesse millantate da quella che si è trasformata in una vera e propria catena di Sant’Antonio, i soldi non arriveranno, poiché si tratta di una truffa.

Il messaggio che gira in questi giorni su whatsapp non è del tutto nuovo, la truffa del bonus “Io resto a casa”, in realtà, aveva preso piede già diverse settimane fa, tornando di nuovo alla ribalta di recente. Non esiste nessun incentivo riconosciuto dallo Stato ai cittadini che rimangono a casa per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Rispettare le regole relative a quarantenaisolamento coprifuoco, di fatto, è un dovere civico.

La comunicazione – spacciata per ufficiale – gira sui social e riporta le seguenti indicazioni:

“BONUS IO RESTO A CASA: La Regione versa a ogni cittadino che resta responsabilmente a casa 120€ al giorno. Il modulo della richiesta lo trovate qui”.
Allo stesso messaggio, infatti, viene allegato un link che riporta ad un sito fasullo, che altro non è che un tentativo di phishing.

Bonus “Io resto a casa”, come funziona la truffa

Come già successo altre volte, con finte comunicazioni ufficiali spacciate per messaggi da parte dell’Inps o dell’Agenzia delle Entrate, trattandosi di una bufala, cliccando sul link indicato per richiedere il bonus “Io resto a casa” l’utente viene – in concreto – invitato a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso che verranno poi rubati dai malintenzionati.

In generale, per evitare di incappare in queste truffe, è sempre meglio non fornire dati sensibili a siti o portali non ufficiali, accertandosi sempre che bonus, incentivi e agevolazioni siano effettivamente previsti dalle comunicazioni ufficiali del Governo o delle Istituzioni. Se nulla di tutto ciò è riportato in alcun decreto o circolare, meglio non procedere. In alternativa, è sempre consigliata una rapida ricerca su Google, per accertarsi che non si tratti di una bufala.

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