Bonus Ristrutturazioni: quando può essere revocato

Il Bonus Ristrutturazioni è tra i più richiesti dagli italiani. Permette di risparmiare il 50% della spesa totale per tutti i lavori di ristrutturazione, restauro e ripristino di un edificio. Negli ultimi mesi, il Governo Draghi ha emanato diverse norme tese a ridurre le frodi legate agli incentivi fiscali sulla casa e tra queste ci sono anche alcune regole che interessano le ristrutturazioni. Eventuali anomalie potrebbero comportare la revoca del beneficio, ovvero la restituzione del denaro già ottenuto. Un modo per evitare problemi è quello di affidarsi a tecnici e ditte abilitate e con le competenze necessarie per gestire gli interventi in modo da ottenere le agevolazioni. Ma ciò non basta, occorre conoscere molto bene le regole per evitare irregolarità e altre problematiche.

Bonus Ristrutturazione 2022: revoca a causa della ditta irregolare

Introdotto per la prima volta dall’articolo 16-bis del DPR 917 del 1986, il Bonyus Ristrutturazione è stato potenziato negli anni successivi. Fino ad arrivare al 2020, quando, durante la pandemia ha permesso a molti contribuenti di risparmiare su diversi interventi edilizi ed è stato prorogato con la Legge di Bilancio 2022. Ma già alla fine del 2021 ha subito importanti modifiche: con il Decreto Antifrode  il Governo aveva emanato alcuni provvedimenti mirati a controllare meglio sia i lavori che i costi degli interventi. L’obiettivo era ridurre frodi e irregolarità ai danni dello Stato.

Con le nuove regole occorre attenersi strettamente ai limiti di spesa e fare in modo che corrispondano alla reale mole di lavori. Inoltre, l’Esecutivo si accerta che i cantieri vengano effettivamente attivati nei periodi indicati, che i pagamenti siano reali e a prezzi concordati e così via. Oggi è molto più facile trovare irregolarità e subire la revoca del contributo. Inoltre, dal 27 maggio 2022 diventerà obbligatorio rivolgersi esclusivamente a imprese di ristrutturazione nel rispetto del CCNL nazionali e locali con dipendenti che siano rigorosamente in regola.

Revoca a causa delle asseverazioni e visto di conformità

Un’altra causa di revoca può essere legata alla cattiva gestione delle asseverazioni. In particolare, col Decreto Antifrode occorre presentare il visto di conformità anche per il Bonus Ristrutturazione. Il documento deve essere redatto da un professionista, come il commercialista o consulente del lavoro regolarmente iscritto all’albo, un CAF o un perito legale. Il tecnico deve attestare che gli interventi rispettino i requisiti del bonus e che le spese siano adeguate a quanto dichiarato.

Nuove regole per la cessione del Credito

Recentemente sono state introdotte novità riguardanti la cessione del credito che potrebbero causare la revoca del bonus. Per evitare frodi, il Governo vuole tenere sotto controllo le cessioni. Inizialmente, non si potevano effettuare cessioni oltre la prima, ma questa decisione aveva causato il malcontento di ditte e contribuenti. Ora con il decreto correttivo del Sostegni Ter si è deciso di permettere la cessione del credito per tre volte ma solamente ad enti accreditati.

Per evitare la revoca dell’incentivo bisogna fare molta attenzione al beneficiario della cessione. Inoltre, ogni credito d’ora in poi avrà un bollino identificativo, che permetterà all’Agenzia delle Entrate di scovare subito irregolarità e applicare le dovute sanzioni. L’Agenzia potrà risalire al beneficiario e al primo creditore. Se si trovano irregolarità si deve restituire il credito ottenuto ma si rischia anche la detenzione. In particolare, occorre scegliere molto bene il tecnico incaricato di compilare le asseverazioni o l’intermediario che si occupa di presentare la domanda all’Agenzia delle Entrate per ottenere la cessione del credito.

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