Migliaia di cittadini indignati per i tanti problemi riscontrati in fase di presentazione della domanda. Sempre più forte lo slogan “Basta prese in giro”
Il governo di Mario Draghi si appresta a concludere il proprio mandato per lasciare spazio ad un nuovo esecutivo, che rispecchierà l’esito della tornata elettorale appena conclusa. Gli italiani si sono recati alle urne nella giornata di domenica 25 settembre con l’intento di mandare un segnale forte al nostro sistema politico nazionale e a buona parte dei partiti che si sono ripresentati sulla scheda.
Già a distanza di poche ore dalla chiusura dei seggi, i risultati del voto sono apparsi subito quanto mai chiari e hanno visto il delinearsi di una vera ed unica vincitrice, Giorgia Meloni, la candidata che si appresta a diventare la prima donna nella storia del nostro Paese a ricoprire la carica di presidente del Consiglio dei ministri. Mai nessuna prima di lei ci era riuscita in tutta l’Italia repubblicana dal Dopoguerra ad oggi, né tanto meno in questi 161 anni di unità nazionale.
Caos e proteste sul Bonus trasporti, cosa farà Giorgia Meloni una volta insediata a Palazzo Chigi?
Subito dopo il giuramento della compagine ministeriale e l’atto di insediamento ufficiale in carica, la leader di Fratelli d’Italia si troverà tra le mani diversi dossier assai scottanti, molti dei quali di portata storica, che rischiano di determinare le sorti economiche della Nazione nel prossimo futuro: tra questi, il più urgente riguarda di certo l’emergenza energetica che ha reso insostenibili i costi delle bollette, ma dovranno essere reperiti anche i fondi necessari a contrastare l’inflazione galoppante frutto delle tensioni internazionali.
Tra i compiti della futura premier ci sarà anche quello di intraprendere un’opera di difficile riappacificazione sociale tra i governanti e i cittadini. Il rancore di quest’ultimi nei confronti della classe politica (e anche di quella cosiddetta “tecnica”, vista l’ultima esperienza con l’ex capo della Bce) emerge in molti frangenti della vita quotidiana, l’ultimo dei quali sta occupando le pagine di cronaca di quotidiani e agenzie e riguarda un caso di inadempienza che – seppur a livello locale – sta mettendo in crisi migliaia di cittadini.
Bonus trasporti, migliaia di cittadini manifestano per i ritardi nell’accedere allo sconto
L’oggetto del forte malcontento di una nutrita schiera di contribuenti imbufaliti è il cosiddetto bonus trasporti. Stiamo parlando dell’agevolazione introdotta dall’esecutivo uscente che permette di richiedere uno sconto del costo sostenuto per tutti i titolari di abbonamenti e carte acquistati per usufruire del servizio di trasporto pubblico, sia esso locale, regionale o interregionale. Autobus, metro, tram e treni sono i mezzi di spostamento che rientrano nelle regole previste dal bonus. Il valore massimo che la detrazione può raggiungere per ogni cittadino è pari a 60 euro, secondo quanto stabilito dall’ultimo decreto Aiuti bis varato dall’esecutivo uscente.
Fino a questo punto tutto è filato in maniera liscia e senza intoppi, dato che le informazioni sono state date alla cittadinanza in maniera chiara da parte degli organi di informazione nazionale e regionale. La misura è entrata in vigore lo scorso 1° settembre 2022 e sarà possibile ottenere lo sconto fino all’ultimo giorno dell’anno. Nonostante siano centinaia di migliaia le persone che già durante il primo mese abbiano ricevuto una risposta positiva da parte dei tecnici del ministero delle Infrastrutture (che ha imbastito il provvedimento assieme al dicastero dell’Economia e a quello della Transizione ecologica), molti di loro stanno riscontrando parecchie difficoltà nel vedersi riconosciuto il diritto da parte delle aziende territoriali dei trasporti.
Ed è qui che l’indignazione delle famiglie è tornata a farsi sentire con forza. In molti hanno deciso di scrivere un messaggio di protesta alle redazioni di stampa locali, che stanno dando spazio alle proteste. Diversi hanno anche contattato QuiFinanza per comprendere meglio tutti i dettagli relativi al bonus trasporti: per questo la nostra redazione ha redatto una guida completa per sapere con esattezza come fare domanda nel modo corretto e quali siano i documenti che occorre presentare per ricevere un riscontro affermativo e ottenere così lo sconto.
Bonus trasporti, ritardi e intoppi: il caso di Ferrovie del Gargano e le proteste dei cittadini di Foggia e provincia
Il caso più eclatante di come la burocrazia si interponga ormai troppo spesso tra la formulazione delle misure e la loro reale applicazione arriva da Foggia, dove i residenti di città e provincia stanno protestando con forza contro l’inadempienza della società locale dei trasporti nel rispondere alle loro richieste sul bonus trasporti. Stando alle numerose testimonianze riprese anche dalle agenzie nazionali e dai siti online, i cittadini che decidono di usufruire dell’agevolazione non riescono ad avanzare correttamente la domanda di sconto seguendo le indicazioni diffuse dall’ente sul proprio portale internet e tramite i canali social ufficiali.
Utilizzando il vademecum compilato da Ferrovie del Gargano, accade infatti che i clienti vengano rimbalzati durante le fasi iniziali e intermedie della procedura. La motivazione avanzata dalla compagnia al momento del blocco della domanda è quella del “raggiungimento del numero massimo di richieste“. Quella che ha tutta l’aria di essere una rapida via d’uscita per evitare di dare risposte più complete e dettagliate ai protestanti potrebbe però rispecchiare una situazione realmente in essere, viste le moltissime richieste pervenute alle aziende territoriali che si occupano della gestione dei trasporti e delle infrastrutture.
Caos e disguidi, la difficile situazione di milioni di cittadini che non riescono ad inoltrare la domanda per il bonus trasporti
Giunto a questo punto di non ritorno, il cittadino viene invitato a “inoltrare la propria domanda nei giorni successivi o a partire dal mattino seguente“. Ma anche qui la situazione si riproposta nelle stesse modalità a distanza di sole 24 ore, ripetendosi ciclicamente durante tutto l’arco della settimana. E così è esplosa la rabbia delle famiglie.
“Basta prese in giro” è lo slogan attorno a cui si stanno sviluppando le proteste delle famiglie foggiane, molte delle quali denunciano di aver già perso il bonus per il primo mese di entrata in vigore a causa della mala gestione del servizio da parte di Ferrovie del Gargano. Ma il disagio riguarda anche molti altri nuclei residenti in provincia di Bari e in tutta l’area centro-settentrionale della Regione, ossia tutta la zona di competenza dell’azienda. La protesta dunque rischia di allargarsi presto a macchia d’olio.