Boom di precari nelle P.A, oltre 260mila. Patroni Griffi: “Impensabile stabilizzazione di massa”

E’ record di precari nelle amministrazioni pubbliche. Lavori temporanei, contratti a scadenza, con poche e spesso rare possibilità di rinnovo: un vero e proprio neo per lo Stato. Ad accendere nuovamente i riflettori sulla questione, il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi: “Nella P.A. ci sono 260.000 precari considerate tutte le forme di flessibilità,  ma non è possibile pensare a una ‘stabilizzazione di massa’. In particolare -precisa Griffi- sono “130.000 i precari nella scuola, 115.000 nella sanità e enti locali e 15.000 nelle amministrazioni centrali". Il dettaglio dei dati, sottolinea il ministro, deriva dal Conto annuale 2011 della Ragioneria (non ancora pubblicato).

Ma la soluzione per Griffi non può essere quella di una stabilizzazione di massa: “E’ impensabile, sarebbe contro il dettato costituzionale e annullerebbe la possibilità di entrata nelle amministrazioni pubbliche dei giovani”. "Ogni soluzione – ha proseguito il ministro- deve essere graduale”. Una possibile soluzione, temporanea, potrebbe essere secondo Patrono Griffi, quella della deroga al limite massimo per i contratti a termine (36 mesi) portandola in alcuni casi specifici a 60 mesi.

“Un ulteriore intervento di riduzione del settore pubblico è da scartare,  detto il ministro,  in prospettiva dobbiamo pensare a una migliore allocazione del personale e a migliore produttività dell'amministrazione pubblica”. A tale scopo, Griffi ha annunciato che il governo  invierà un atto di indirizzo all’Aran per un accordo quadro che definisca settori e tipologie dove è possibile attuare la deroga”. “Al momento, ha aggiunto il ministro,  il settore della ricerca ha un limite di 60 mesi ma l'accordo potrà definire limiti diversi per gli altri settori e tipologie”.

 

Pensioni.  “Il personale che risulterà in eccedenza nella pubblica amministrazione sulla base della spending review che avrà entro il 2014 i requisiti per il pensionamento precedenti la riforma Fornero,  potrà andare in pensione con le vecchie regole”. E’ quanto precisato dal ministro Patroni Griffi a margine di una audizione alla Camera spiegando che questa possibilità  vale solo per coloro che dovessero trovarsi in esubero. “E’ uno strumento – ha detto – di gestione delle eccedenze”. “Abbiamo avuto per decenni riorganizzazioni nel privato a carico del pubblico. Ci sono state masse di dipendenti che sono passate a carico della spesa pubblica con le riorganizzazioni industriali. Che lo Stato per riorganizzare sé stesso possa procedere alla gestione delle eccedenze anche mandando in pensione persone con requisiti diversi (rispetto al privato, ndr) non lo trovo scandaloso”, ha concluso Griffi, spiegando che questo passaggio è senza costi per lo Stato perché già paga queste persone.

 

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