All’indomani del lunedì nero con il tracollo delle borse asiatiche, e soprattutto di Shanghai -8,5%, che ha contagiato i listini del Vecchio continente e Wall Street, i mercati cercano di correre ai ripari per evitare che si riaffaccino i fantasmi e le cadute dei tempi del fallimento di Lehman Brothers che certificò l’inizio della lunghissima crisi economica. Alla Borsa di Tokyo non riesce il rimbalzo e l’indice Nikkei 225 termina la seduta sfiorando una perdita del 4% (-3,96%) a 17.806 punti. L’indice precipita sotto i 18mila punti per la prima volta in sei mesi, sulla scia delle vendite nel resto dei mercati di Asia e Pacifico. La Borsa giapponese aveva provato il rimbalzo, salendo a 18.744 punti (+1,1%), ma è poi ridiscesa avvicinandosi alla chiusura. Proseguono le vendite a raffica sui listini asiatici, all’indomani di una disfatta epocale, ma non mancano segnali di inversione di rotta. Tokyo chiude a -3,96%, mentre Shanghai perde il 6,06%. Più cauta Hong Kong (-1,06%), mentre Taiwan (+3,58%), la prima a chiudere, guida il gruppo del rimbalzo, seguita da Sidney (+2,42%), ancora aperta insieme a Seul (+0,92%). Negativi i futures sull’Europa, positivi invece quelli su Wall Street. Euro poco mosso nei primi scambi della mattinata sui mercati valutari europei. La moneta unica passa di mano a 1,1566 dollari (contro 1,1579 di ieri sera a New York) e a 137,79 yen (ieri intorno a quota 138).
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