ROMA. Le Borse europee sono apparse stamani tutte vivaci dopo il dato sul pil cinese, cresciuto del 6,9% nel 2015 – il livello più basso degli ultimi 25 anni – ma in linea con le stime del governo di una crescita intorno al 7%. Fa eccezione Piazza Affari, scivolata in negativo (-0,6%) mentre non si arrestano le vendite sul comparto bancario. Parigi sale dell’1,7%, Francoforte dell’1,6% e Londra dell’1,4%. Rimbalzano sui listini europei i titoli delle materie prime (+4,2% l’indice Dj Stoxx di settore), seguiti da quelli delle auto e dell’energia (+1,8%). A Milano crolla il Banco Popolare (-6,25%), Bper (-5,76%), Bpm (-4,72%), Unicredit (-3,89%), male anche Ubi Banca (-1,71%) mentre limitano i danni Intesa (-0,23%) e Mediobanca (-0,4%). Resta in asta di volatilità Mps, che segna un ribasso teorico dell’8,56%.
Seduta positiva per le borse asiatiche nonostante il dato sul pil cinese, cresciuto nel 2015 alla velocità più bassa degli ultimi 25 anni. In luce i listini di Shanghai (+3,2%, sopra quota 3 mila punti) e Shenzhen (+3,6%) sulla scommessa che la frenata dell’economia spingerà il governo a varare nuove misure di stimolo. Più contenuti i rialzi delle altre borse, con Hong Kong che sale dell’1,6%, Tokyo che ha chiuso in rialzo dello 0,55%, Seul dello 0,6% e Sydney dello 0,9%.
Nel corso del 2015 l’economia cinese è cresciuta del 6,9%, nonostante un ulteriore rallentamento nel quarto trimestre (+6,8%, meno del 6,9% atteso dagli economisti). A dicembre la produzione industriale ha contratto il suo tasso di crescita (+5,9%, contro una previsione di +6%), assieme alle vendite al dettaglio (+11,1% contro un +11,3% atteso). Deludenti anche gli investimenti in immobilizzazioni (+10%, contro stime di un +10,2%).