I timori di un rallentamento dell’economia in Europa e negli Stati Uniti frenano gli scambi nelle borse europee. Il vertice franco-tedesco non ha convinto del tutto i mercati e l’ipotesi di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, la Tobin Tax, rilanciata dalla dalla Merkel e da Sarkozy martedì scorso stanno allarmando gli investitori. E le Borse del vecchio continente ne risentano immediatamente. A poco più di due ore dall’avvio delle contrattazioni Piazza Affari aumenta le perdite e cede il 3,74%. Sulla stessa linea rossa le principali piazze europee con in testa Francoforte con il -3,23%, seguita da Parigi -2,25% e Londra -1,94%. Male anche Madrid che lascia sul campo ora il 3%. Sulle contrattazioni a Milano pesano le vendite di titoli del comparto industriale, banche e assicurazioni e soprattutto di Fiat. I titoli del Lingotto per ora sono stati sospesi dalle contrattazioni per un eccesso di ribasso. Il Ftse Mib perde il 3,5% a 15.413 punti, Ftse All Share -3,21%, Ftse Star -2,12%. A penalizzare i titoli della casa automobilistica di Torino sono i dati sul calo delle immatricolazioni in Brasile. Stop delle contrattazioni per Fiat, Exor cede il 5%, Fiat Industrial -6,41%.
Fra i maggiori ribassi anche diversi titoli bancari come Intesa Sanpaolo (-5,24%), Unicredit (-3,97%), va male anche Generali (-3,19%), FonSai (-4,02%) e fra gli industriali si registrano le debacle di Pirelli (-3,7%), Telecom Italia (-2,5%).
Male anche le borse asiatiche. Le cinesi chiudono in calo, con Hong Kong e Shanghai che superano l’1% di perdite. I mercati dell’area scontano la forza dello yen, che frena le esportazioni giapponesi, e i segnali di rallentamento della crescita cinese. Tokyo diventa così una delle piazze finanziarie più deboli della giornata, con un -1,25% finale.