Il ministro delle Riforme e Rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi in aula alla Camera durante il voto di sfiducia, Roma, 18 dicembre 2015. ANSA/ANGELO CARCONI

Boschi alla Camera con orgoglio e passione. Bocciata la mozione di sfiducia

 Orgogliosa e puntigliosa difesa del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, sfidata in Aula alla Camera dal movimento Cinque stelle che ha presentato una mozione di sfiducia. Mozione respinta dall’Aula. I voti a favore sono stati 129 , 373 i contrari. Se mio padre fosse stato davvero favorito, ha detto, sarei la prima a dimettermi. Ma sono state dette un sacco di falsità perché è in corso un attacco politico contro il governo e la mia famiglia. Sono orgogliosa di far parte di un governo, ha detto in Aula, che esprime un concetto molto semplice: ‘Chi sbaglia deve pagare, chiunque sia, senza differenze e favoritismi. Se mio padre ha sbagliato deve pagare. Non c’è spazio per doppie misure e favoritismi’. Leggendo l’intervento del ministro Boschi e le risposte in aula, mi pare del tutto evidente che si sia trattato di un clamoroso boomerang per il Movimento 5 stelle, è il commento di Matteo Renzi da Bruxelles.   Questo governo ha salvato 1 milione di persone, continua poi, sottolineando che non c’è alcuna reticenza a dire che ha permesso di salvare 7.200 stipendi ed un milione di correntisti e senza mettere un centesimo di denaro pubblico, perché lo abbiamo fatto con i soldi delle banche. E lo abbiamo fatto senza alcun conflitto di interessi. La mozione di sfiducia ha paradossalmente consentito al ministro Boschi di dimostrare che non c’è stato alcun favoritismo. Il tempo delle leggi ad personam è finito. Vanno, invece, all’attacco le opposizioni, a partire dal Movimento cinque stelle che con Alessandro Di Battista che dice: ‘State prendendo in giro gli italiani’. Intanto la mozione di sfiducia al governo, già calendarizzata alla Camera per il 15 gennaio, sarà presentata anche al Senato. ‘Non abbiamo alcun dubbio che la mozione di sfiducia al governo sarà presentata anche al Senato, e che conseguentemente ci sarà una relativa calendarizzazione della stessa, con la possibilità, per l’alternanza tra i due rami del Parlamento, di discuterla sempre a gennaio a Palazzo Madama, dice Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera. 

 

 

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