Nel suo campo era un vero specialista tanto da laurearsi quasi a pieni voti. Ma la sua cultura e conoscenza l’ha messa a servizio del crimine. Cesare Lupo, 50 anni, già condannato per mafia e arrestato di nuovo nei giorni scorsi in un’operazione antiracket si era infatti laureato nel 2008 mentre era in carcere, in scienze giuridiche con il voto di 104 su 110 con una tesi sul racket: “l’estorsione aggravata dall’agevolazione a Cosa Nostra”. Il relatore fu Francesco Siracusano, docente di Diritto penale all’Università Magna Grecia di Catanzaro. Il detenuto fu scarcerato il 24 agosto 2009. E quando è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta che ha “decapitato” le cosche di San Lorenzo, Boccadifalco-Passo di Rigano e Brancaccio quella stessa tesi l’ha mostrata con un pizzico di orgoglio ai poliziotti della squadra mobile. “Era un appassionato del diritto penale classico – ricorda oggi su alcuni quotidiani il professore Siracusano – Se adesso è finita così ha fallito lui nel suo percorso di riabilitazione, ma abbiamo fallito anche noi, professori e società tutta”. Lupo era diventato un vero esperto. E dalle intercettazione emerge ad esempio quello che dice ad un suo interlocutore “Ci deve fare avere cinquemila euro, i soldi dei cristiani non se li devono tenere in tasca si danno subito”. Le estorsioni hanno appurato gli investigatori venivano condotte a tappeto con perizia scientifica. Roba da laureati.
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