La Lega Nord è unita contro il governo di Mario Monti ma continua ad essere spaccata al suo interno. L’abbraccio tra il senatur e Bobo Maroni dei giorni scorsi è servito a ben poco. I fischi di piazza del Duomo a Umberto Bossi e le urla inneggianti Maroni ben fotografano la lotta interna che si sta combattendo nel Carroccio. Bossi è cosciente che il suo partito rischia di lacerarsi sempre di più con la conseguente perdita di voti. E così dopo averlo continuamente bistrattato nelle settimane scorse ora, per far presa sulla piazza, chiama in soccorso Silvio Berlusconi. Ma non senza le sue solite minacce. “A Berlusconi do un suggerimento, la Lega ti chiede di far cadere questo governo infame o non riuscirà a tenere in piedi il governo della Lombardia, dove ne stanno arrestando uno al giorno”. Una richiesta di aiuto e un avvertimento esplicito. E, rivolto al premier, aggiunge “Monti fuori dai c… .Ci vuole una tobin tax per mettere sulla retta via le banche ma uno che viene da una grande banca che ha fatto fallire il mondo le banche non le tocca, tocca la povera gente”.
Al nome del Cavaliere però la piazza reagisce con fischi e insulti. “Calma, calma non vorrete mica che Berlusconi si metta d’accordo per la legge elettorale contro di noi”. All’ex premier Bossi lancia un avvertimento. “Caro Berlusconi non si può tenere il piede in due scarpe. Devi scegliere, tanto alle elezioni ci arriviamo ugualmente”. Perché, mette in chiaro, non è possibile “pretendere che la Lega sostenga il governo della Regione Lombardia quando Berlusconi sostiene il governo infame di Mario Monti”.
Il Senatur tiene a ribadire, nonostante i mugugni della piazza, che la Lega non è spaccata. “Tutti abbiamo fatto un passo indietro”, riferendosi alle scelte fatte da Maroni, Reguzzoni. In ogni caso, aggiunge, “io non avrei mai fatto niente contro Maroni, che è con me da tanti anni”. Anzi invito “Maroni e Reguzzoni a darsi la mano, ad abbracciarsi”. La risposta però arriva dalla piazza, dai suoi leghisti in camicia verde: al nome di Reguzzoni partono alcuni fischi che si fanno anche più insistenti quando viene nominata Rosi Mauro. Per l’ex ministro dell’Interno è solo una continua ovazione. Piazza Duomo di Milano sembra aver certificato, con la manifestazione di oggi, che la Lega Nord e Bossi devono cambiare rotta e il futuro dei lumbard sarà all’insegna di Maroni.