Nuovo rinvio della Brexit. Il tempo massimo accordato a Teresa May è la notte di notte di Halloween. Il Consiglio Europeo, dopo circa otto ore di riunione a Bruxelles, ha deciso di concedere al Regno Unito una proroga della data dell’uscita dall’Ue, inizialmente fissata per il 29 marzo e poi rimandata al 12 aprile, “per permettere la ratifica dell’accordo di ritiro”. Tale estensione “flessibile”, spiegano i leader dell’Ue a 27 nelle conclusioni, “dovrebbe durare solo lo stretto necessario e, in ogni caso, non oltre il 31 ottobre 2019”.
Condizione posta dall’Unione per ottenere la proroga è però la partecipazione della Gran Bretagna alle elezioni Europee, a meno che la premier britannica non riesca, attraverso un accordo con l’opposizione laburista, a far approvare l’accordo di recesso dal Parlamento britannico prima dello svolgimento del voto, cioè prima del 23 maggio, pena la certezza di trovarsi catapultata fuori dal blocco europeo, senza un accordo, il primo giugno. Per il Consiglio Europeo, infatti, “se il Regno Unito sarà ancora un membro dell’Ue il 23-26 maggio 2019 e se non avrà ratificato l’accordo di ritiro entro il 22 maggio 2019, dovrà tenere le elezioni europee, in linea con il diritto Ue”. C’è anche una clausola-ghigliottina: se Londra dovesse venir meno all’obbligo di celebrare le europee, allora “il ritiro avrà luogo il primo giugno”, per evitare di minare la legittimità del Parlamento Europeo che verrà eletto il 23-26 maggio.
La data del 31 ottobre è stata scelta, ha spiegato il presidente francese Emmanuel Macron, perché “dobbiamo essere sicuri che quando la prossima Commissione Europea si insedierà, avremo trattato la questione. La nuova Commissione si insedierà il primo novembre 2019”. Se l’accordo di ritiro verrà ratificato “da entrambe le parti prima di questa data, allora il ritiro” dall’Ue “avrà luogo il primo giorno del mese successivo”, si specifica nelle conclusioni.
“Un’estensione flessibile, un po’ più corta di quanto prevedevo, ma ancora abbastanza, per trovare la soluzione migliore”, ha commentato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, invitando Londra a “non buttare via questo tempo”.
La May si aspettava una dilazione più lunga, almeno nove mesi, ma nonostante l’appoggio della cancelliera tedesca Angela Merkel,si è dovuta accontentare di sei mesi. La premier ha comunque rimarcato che l’Ue “ha accolto la mia principale richiesta” di aggiungere all’accordo raggiunto una clausola per un’uscita dall’Unione il prima possibile. Così, se l’accordo sulla Brexit sarà approvato dal Parlamento britannico, Londra “potrà ancora uscire dall’Unione prima del 30 giugno”. Così il ‘vero’ vincitore della riunione a 27 è stato il presidente francese Emmanuel Macron fortemente contrario ad una proroga lunga.
Ora la palla passa a Londra sperando che si possa riuscire ad arrivare ad un “Halloween-Brexit” ordinato e senza strappi per una Europa traballante ed in cerca di identità.