Il cammino verso la Brexit è partito. L’ambasciatore britannico all’Ue, Tim Barrow, ha consegnato nelle mani del presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, la lettera di notifica dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, firmata da Theresa May, che segna l’inizio dell’iter formale di divorzio del Regno Unito da Bruxelles a 44 anni dal suo ingresso nell’allora Comunità economica europea.
Ecco cosa prevede l’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea. Attivandolo Theresa May ha dato il via formale alla Brexit.
1. Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall’Unione.
2. Lo Stato membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio europeo. Alla luce degli orientamenti formulati dal Consiglio europeo, l’Unione negozia e conclude con tale Stato un accordo volto a definire le modalità del recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l’Unione. L’accordo è negoziato conformemente all’articolo 218, paragrafo 3 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Esso è concluso a nome dell’Unione dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del Parlamento europeo.
3. I trattati cessano di essere applicabili allo Stato interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell’accordo di recesso o, in mancanza di tale accordo, due anni dopo la notifica di cui al paragrafo 2, salvo che il Consiglio europeo, d’intesa con lo Stato membro interessato, decida all’unanimità di prorogare tale termine.
4. Ai fini dei paragrafi 2 e 3, il membro del Consiglio europeo e del Consiglio che rappresenta lo Stato membro che recede non partecipa né alle deliberazioni né alle decisioni del Consiglio europeo e del Consiglio che lo riguardano. Per maggioranza qualificata s’intende quella definita conformemente all’articolo 238, paragrafo 3, lettera b) del trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
5. Se lo Stato che ha receduto dall’Unione chiede di aderirvi nuovamente, tale richiesta è oggetto della procedura di cui all’articolo 49.
‘Noi, la Germania e gli altri partner europei, non abbiamo certamente desiderato questo giorno’, è il commento di Angela Merkel alla Brexit, pronunciato a Berlino. Il governo tedesco si impegnerà intensamente per ridurre al minimo possibile le conseguenze sulla vita quotidiana dei cittadini europei in Gran Bretagna. Una delle preoccupazioni concrete della Brexit, ha spiegato Merkel, è quella dei cittadini europei per il proprio personale futuro, in particolare per tedeschi ed europei che vivono in Gran Bretagna.
La Gran Bretagna si avvia a lasciare l’Ue secondo la volontà del popolo, ha detto alla Camera dei Comuni la premier Theresa May, confermando la consegna della lettera di notifica dell’Articolo 50 a Donald Tusk: ‘E’ un momento storico, non si torna indietro. I giorni migliori sono davanti a noi, dopo la Brexit. Ho scelto di credere nella Gran Bretagna, l’opportunità di essere più forte, più equo e più unito per essere un grande Paese globale. La Gran Bretagna intende garantire al più presto possibile i diritti dei cittadini Ue ma non farà parte del mercato unico, uscendo dall’Ue, perchè si tratta di una opzione incompatibile con la volontà popolare manifestata nel referendum sulla Brexit di restituire al Regno il pieno controllo dei suoi confini e della sua sua sovranità. L’Ue ci ha detto che non possiamo scegliere, cosa tenere e cosa no, e noi rispettiamo questo approccio’. Ribadita comunque la volontà di una nuova partnership e di rispettare diritti dei lavoratori e valori liberaldemocratici.
Le date chiave verso l’uscita della GB dalla Ue:
Una certa dose di incertezza per il business in Gran Bretagna è inevitabile durante la fase negoziale di transizione verso la Brexit, ha riconosciuto la premier conservatrice rispondendo alla domanda di un deputato laburista durante il dibattito fiume alla Camera dei Comuni sull’avvio dell’iter di divorzio dall’Ue: ‘Quello che possiamo fare è tuttavia dare chiarezza sugli obiettivi e sui vari passaggi del percorso’.
‘Brexit genera costi e opportunità, cambierà in modo forte il panorama europeo. Noi siamo qui per spiegare che Italia e Milano potranno essere un’opportunità per Europa e Regno Unito’, dice il ministro Pier Carlo Padoan a Bloomberg ricordando come la legislazione sia diventata già più favorevole: ‘Stiamo introducendo un maggiore taglio di tasse per le imprese e benefici fiscali per chi vuole tornare in Italia, già presenti e che saranno estesi, e ancora una flat tax per chi vuole lavorare nel nostro Paese.
‘La Brexit sarà dolorosa per i britannici’, è la previsione del presidente francese François Hollande che si trova in visita in Indonesia: ‘E’ una scelta che obbliga l’Europa a progredire, senza dubbio con delle velocità differenti’.
‘L’Italia lavora affinchè lo choc di Brexit sia l’occasione per un risveglio europeo. Come accaduto altre volte in questi 60 anni, dai momenti di difficoltà l’Unione può ritrovare le ragioni della propria identità e del proprio avvenire’, dichiara il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
‘Questo è un giorno triste perché i britannici hanno deciso per iscritto di lasciare la Ue, una scelta che rimpiangeranno un giorno. Ma mi sento bene stasera perché abbiamo parlato del nostro futuro’, ha detto il presidente della Commissione Jean Claude Juncker concludendo la sua partecipazione al ‘Dialogo con i cittadini’ a La Valletta: ‘Nonostante le debolezze e gli errori, dobbiamo considerare che l’Ue è il miglior posto in cui vivere nel mondo’.
‘Dopo nove mesi il Regno Unito ha fatto la Brexit’, così il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, su Twitter dopo aver ricevuto dalle mani dell’ambasciatore britannico presso la Ue, sir Tim Barrow, la lettera che invoca l’art.50 per l’uscita del Regno Unito dalla Ue: ‘Non c’è ragione di pensare che oggi sia un giorno felice. La prima priorità sarà quella di minimizzare le incertezze provocate dalla decisione del Regno Unito per i nostri cittadini, le imprese e gli Stati membri. Io e la Commissione abbiamo il forte mandato per proteggere gli interessi dei 27. Non c’è niente da vincere nel processo del negoziato per l’uscita del Regno Unito dalla Ue e parlo per entrambe le parti. In essenza si tratta di una limitare i danni. Il nostro obiettivo è chiaro: minimizzare i costi per i cittadini, le imprese e gli stati membri della Ue. Faremo tutto quanto in nostro potere ed abbiamo tutti gli strumenti per raggiunger questo obiettivo’.
‘Ci dispiace che la Gran Bretagna lascerà l’Unione europea, ma siamo pronti per il processo che ora dovremo seguire’, così la dichiarazione dei 27 in risposta alla lettera di Londra che fa scattare la Brexit. ‘Per l’Unione europea, il primo passo sarà ora l’adozione da parte del Consiglio europeo delle linee guida per i negoziati’ che fisseranno le posizioni complessive e i principi alla luce di cui l’unione, rappresentata dalla Commissione europea, negozierà con la Gran Bretagna, si legge nella dichiarazione.
Nella dichiarazione ufficiale dei 27 i leader sottolineano che agiremo all’unisono e che cominceremo i negoziati concentrandoci su tutti gli elementi chiave per avere un’uscita ordinata. Venerdì condividerò con gli stati membri, dice Tusk, la proposta per le linee guida negoziali: ‘ Ne parlerò e le commenterò venerdì nella conferenza stampa che terrò a Malta con il premier Joseph Muscat’.
Cocis