Brexit, May si arrende: Decisione rinviata, non ha i voti dei Tories

Alla fine, Theresa May si è dovuta arrendere. La premier britannica ha ammesso pubblicamente di non avere i voti del suo partito per far approvare l’accordo sulla Brexit e così il voto della Camera dei Comuni, previsto domani, verrà rinviato. Una sconfitta ‘politica’ senza appello ammessa dalla stessa May quando, nell’aula dei Comuni, ha spiegato che “se procedessimo e votassimo domani, l’accordo verrebbe respinto con un margine significativo”. La premier britannica ha annunciato che avrà una serie di colloqui urgenti con i leader Ue per discutere le possibili modifiche al ‘backstop’, la clausola di salvaguardia sul confine irlandese contenuta nell’accordo sulla Brexit. Che alla fine rappresenta il nodo ‘politico’ più importante e significativo dell’accordo. Ora Teresa May cerca una sponda in Bruxelles sperando di riuscire a strappare un nuovo accordo da far digerire al suo partito. Se non dovesse succedere non è escluso un ritorno alle urne che potrebbe portare ad un cambiamento di opinione sulla Brexit.

“Se il Parlamento respingerà l’accordo negoziato con l’Unione europeo, ha aggiunto May, il governo attuerà i necessari piani di emergenza per una no deal Brexit”, una Brexit senza accordo tra Londra e Bruxelles.

Stamattina, nel corso di una conference call con i membri del governo, la premier ha riconosciuto di non essere in grado di far cambiare idea ad una fetta consistente dei circa 100 parlamentari Tories che hanno annunciato il loro voto contrario all’accordo. Il voto sull’accordo potrebbe quindi essere rinviato alla prossima settimana o anche all’inizio di gennaio, nella speranza che una riapertura del negoziato con Bruxelles apporti all’accordo le modifiche necessarie ad ottenere il sostegno dell’ala euroscettica dei Conservatori e dei nordirlandesi del Democratic Unionist Party. Un rinvio a gennaio ridurrebbe però i tempi parlamentari per l’approvazione della legislazione necessaria per l’uscita dalla Ue, la cui data è fissata il 29 marzo del 2019. Il termine ultimo per l’approvazione è il 21 gennaio del prossimo anno.

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