Una lotta contro il tempo quella dei soccorritori, che hanno lavorato per tutta la notte, alla ricerca di eventuali altre vittime del nubifragio della barca a vela “Gloria”. Anche oggi continuano i sopralluoghi, grazie anche all’ausilio di un elicottero dell’Aeronautica militare, che sorvolerà soprattutto la costa frastagliata di Torre Santa Sabina. Intanto il bilancio del naufragio è fermo da ieri: tre persone morte, 43 superstiti e una trentina di dispersi che forse però potrebbero essersi salvati e fuggiti a piedi. Due dei sopravvissuti sono tuttora ricoverati in ospedale per fratture varie, tutti gli altri sono ospitati nel centro di accoglienza per richiedenti asilo di Restinco a Brindisi. I naufraghi, tutti uomini, tutti giovani, molti – pare – minorenni, proverrebbero da Bangladesh, Afghanistan, Iran e Iraq: ma nessuno di loro ha documenti. Le ricerche dei dispersi sono condotte dai sommozzatori dei vigili del fuoco, dalla guardia di finanza e dalla capitaneria di porto con elicotteri e motovedette e dai carabinieri via terra.
Intanto dalla Cei, arriva l’appello ad un maggior controllo dei canali che favoriscono gli sbarchi degli immigrati. Questo secondo la Fondazione Migrantes della Cei, può avvenire solo se c’è più cooperazione internazionale e se si rivedere le quote per gli ingressi in Italia e in Europa, in particolare dai Paesi mediterranei che vivono rivolte e instabilità E’ quanto chiede la Fondazione Migrantes della Cei dopo il naufragio avvenuto ieri sera nel brindisino.