Bruxelles, bilancio Ue: Italia pronta al veto

Un vertice durato quattordici ore in cui  si è cercato di trovare una soluzione che avvicinasse le posizioni dei 27 Paesi  Europei. Alla  fine il presidente Ue Herman van Rompuy ha presentato ai  leader riuniti i una ‘bozza di compromesso’ alle 23. Bozza che tiene conto delle proteste di Italia e Francia contro i tagli alla politica agricola e ai fondi di coesione.

 Dopo una notte di riflessione, i leader europei si riuniranno a mezzoggiorno. Poi, con la colazione riprenderanno i bilaterali. Per  Van Rompuy l’intesa sarà possibile solo con una proposta che preveda 11 miliardi in più per le politiche di coesione (a favore delle regioni più svantaggiate) e 7,7 miliardi in più per l’agricoltura. Il saldo finale resta però invariato (80 miliardi in meno rispetto al totale di 1.091 miliardi proposto dalla Commissione Ue) perché diminuiscono di 13 miliardi i fondi destinati allo sviluppo: 5 riguardano le grandi reti e 8 la ricerca e l'innovazione. Van Rompuy ha inoltre proposto di ridurre di 1,6 miliardi i fondi per la giustizia e la sicurezza e di 5,5 miliardi i fondi per la politica estera mentre non e' stato modificato lo stanziamento per le spese amministrative.

Ma l’Italia frena: “Stiamo valutando, sarebbe prematuro esprimere un giudizio a questo stadio”, ha detto il premier Mario Monti, lasciando il summit Ue. “Notiamo anche segnali di attenzione sul fronte di politiche di coesione e agricola comune, attenzione rispetto alle considerazioni fatte valere dall’Italia'”. In merito alla possibilità di un veto italiano, Monti ha poi ribadito che “se l'Italia si ritenesse significativamente insoddisfatta non esiterebbe a votare contro”. Per meglio negoziare, il premier è giunto a Bruxelles con i ministri per gli affari europei Enzo Moavero, dell'agricoltura Mario Catania e per la coesione territoriale Fabrizio Barca.

“Sono convinto che un accordo equilibrato è a portata di mano'', ha detto Van Rompuy esprimendo in apertura del Vertice un certo ottimismo, nonostante le distanze tra le posizioni in campo rese ancora piùsiderali dal ‘gelo’ della vigilia tra Francia e Germania.

Negativo invece il commento tedesco: “Dubito che troveremo un accordo”, ha concordato la cancelliera Angela Merkel. Ma mentre Hollande chiede meno tagli, la Merkel ne chiede di più. La cancelliera tedesca èpartita da Bruxelles come era arrivata: dichiarando che sarà probabilmente necessario un nuovo Vertice. ''Avanzeremo un po', ma non credo che si trovera''' il compromesso tra i 27 sulla base dell'ultima proposta Van Rompuy, ha affermato.  Insoddisfatto anche il premier britannico David Cameron che, contrario anche al più piccolo aumento, ha pre-annunciato da settimane il suo veto. Londra non è soddisfatta degli 80 miliardi di tagli proposti da van Rompuy e chiede una sforbiciata di almeno cento. “L'ultima proposta è un passo avanti nella giusta direzione, ma non si fa abbastanza e si può fare di più per ridurre la spesa”, ha detto il portavoce di Cameron. La Gran Bretagna resta determinata anche a difendere con le unghie e con i denti lo sconto ottenuto ai tempi della Thatcher. Insomma, un ritorno al punto di partenza con Monti che mette le mani avanti e dice: '”Si può chiudere anche domani, ma non è  detto che ci si riesca e non sarebbe un dramma non riuscirci”.

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