Bruxelles, vertice Ue: crolla asse franco tedesco

Non c’è stata alcuna decisione definitiva al vertice di Bruxelles. Ma la riunione è stata importante soprattutto per un motivo: ha fornito agli stati membri la consapevolezza che l’asse franco-tedesco, dopo la vittoria di Francois Hollande, è solo un lontano ricordo. Ed infatti il nuovo premier francese, porta una ventata di novità nello scenario politico europeo, ridisegnando gli equilibri nell’Unione Europea.
Ad aprire il vertice di Bruxelles, è stato l’incontro bilaterale all’Eliseo tra il leader francese e il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy. Il primo, socialista, e il secondo, conservatore, hanno cercato un’ alleanza anti-tedesca trovando un patto per la crescita e la necessità di garantire agli stati la liquidità per uscire dalla crisi. Inoltre Parigi e Madrid sono d’accordo anche sulla riforma della Banca centrale europea: Rajoy la vorrebbe “più simile alla Fed”, Hollande ne vorrebbe un ampliamento dello statuto. Poi nella capitale belga sempre Hollande, prima nel corso di un bilaterale e poi nel corso della cena di lavoro, ha trovato una “convergenza” con il presidente del Consiglio, Mario Monti.

Soprattutto sugli Eurobond. Le obbligazioni dell’Eurozona rappresentano infatti il principale punto di convergenza tra i due leader, che riportano una vittoria finale sulla Germania, contraria agli strumenti. Nel comunicato finale si legge infatti che i leader europei “hanno espresso varie opinioni su temi quali gli eurobond”, sancendo di fatto l’entrata in agenda nel tema e infrangendo le ferme resistenze della cancelliera tedesca Angela Merkel. Per Monti “il fatto che il tema degli eurobond sia chiaramente sul tavolo e abbia consensi da parte di Paesi che sono e che non sono nella zona euro, come la Gran Bretagna, significa che la cosa si muove e credo che questo determinerà aspettative nei mercati”.

Per vedere degli eurobond occorrerà tempo. Lo lascia intendere il presidente del Consiglio, Mario Monti, quando a fine vertice elenca le priorità su cui si lavorerà di qui a fine giugno. Le decisioni sul fronte della crescita che verranno prese “breve termine, con il Consiglio Ue di giugno, sono l’aumento del capitale della Bei, i project bond e l’uso dei fondi strutturali”. Niente Eurobond, dunque, per il momento. Ma se l’obiettivo era creare il terreno per decisioni future, da questo punto di vista i leader europei hanno segnato un passo avanti notevole. Politiche per la crescita, investimenti mirati e credito alle piccole e medie imprese, creazione di posti di lavoro i tre imperativi categorici su cui tutti i leader si sono detti d’accordo. Da oggi si lavorerà per portare proposto concrete da approvare a giugno nella riunione del Consiglio europeo del 28 e 29. A quell’appuntamento si potrebbe arrivare con altre novità: Monti è infatti riuscito a organizzare un incontro quadri laterale a Roma con Mariano Rajoy, Francois Hollande e Angela Merkel. Non ha fornito ancora date, ma si dovrebbe tenere dopo le elezioni greche e prima del Consiglio Ue.

Infine i leader europei hanno voluto ribadire ai mercati la ferma volontà di non abbandonare la Grecia. Tutti, dal presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, dal presidente del Consiglio, Mario Monti, al presidente francese Hollande, hanno ribadito che la Grecia rimarrà nell’Euro.

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