La Camera ha approvato all’unanimità la legge contro bullismo e cyberbullismo. Il testo, che ha riunito le diverse proposte di legge presentate dai gruppi parlamentari, passa ora al Senato. Nel corso della discussione è stato anche approvato un emendamento che prevede l’istituzione della Giornata del Rispetto. La ricorrenza cadrà il 20 gennaio, nel giorno del compleanno di Willy Monteiro, il ragazzo di 21 anni ucciso a Colleferro in un brutale pestaggio per aver cercato di difendere un amico in difficoltà. L’approvazione della Giornata e l’omaggio all’esempio di Willy, al quale è stata anche conferita la Medaglia d’oro al valor civile alla memoria, arrivano a tre anni esatti dal suo assassinio, che si consumò il 6 settembre 2020.
Il sì della Camera alla Giornata del Rispetto, dedicata alla memoria di Willy Monteiro: “Celebriamo la vita di Willy perché è stata un esempio di dedizione, educazione e sentimento eroico”, ha spiegato la prima firmataria dell’emendamento e vicecapogruppo di FdI, Augusta Montaruli. “Willy – ha proseguito – ha contrapposto alla violenza degli aggressioni una forza diversa e cioè quella di difendere chi viene sopraffatto. È un esempio per combattere alla radice il bullismo; spesso la parola rispetto in una narrazione ormai alla Gomorra viene utilizzata impropriamente per ottenere una posizione di supremazia. Al contrario – ha avvertito l’esponente di FdI – bisogna ritornare nell’immaginario comune al significato originario ovvero la garanzia del pensiero e della persona altrui, contro ogni violenza psicologica e fisica, contro ogni discriminazione e prevaricazione”.
“La Giornata del rispetto, della sensibilizzazione sui questi temi – ha proseguito Montaruli – prevede il coinvolgimento delle scuole pubbliche e private, di ogni ordine e grado, per lo svolgimento delle attività didattiche volte a sensibilizzare gli alunni sul significato della ricorrenza stessa”. “L’Italia – ha concluso la parlamentare – ringrazia Willy e i ragazzi come Willy che non cedono alla sopraffazione”.
“Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione in Aula della legge sul bullismo. Per la prima volta si tipicizza questa fattispecie di reato che merita grande attenzione visto il coinvolgimento di minori, sia come vittime, sia come carnefici”, ha commentato la deputata di Fratelli d’Italia, Daniela Dondi, componente della commissione Giustizia della Camera dei deputati e co-relatrice della pdl. “Non solo. Si interviene fortemente – ha chiarito – sul piano della prevenzione prevedendo percorsi psicologici di recupero che coinvolgano scuola e famiglie. L’obiettivo da realizzare, infatti, resta della prevenzione e del recupero dei giovani. Il testo approvato oggi in Aula, tra l’altro, è un testo unificato che ha trovato la condivisione di tutto l’arco parlamentare e questo – ha concluso Dondi – è motivo di grande orgoglio”.
Una stretta contro i comportamenti devianti e talvolta criminali dei giovanissimi, a partire dai 14 anni, e norme più rigide sulla responsabilità dei genitori, ma anche interventi educativi attraverso il volontariato e i lavori socialmente utili e più fondi per le scuole. Sono alcune delle norme previste nella bozza del decreto contenente “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”, noto anche come dl Caivano, atteso al Consiglio dei ministri di domani e analizzato oggi in pre Consiglio.
Il testo, che punta anche a contrastare il fenomeno delle baby gang, prevede, secondo quanto emerso dalle anticipazioni, l’istituzione di un osservatorio sulla devianza minorile, che avrà il compito di “coordinare percorsi dedicati per la prevenzione della dispersione scolastica, nonché interventi di rigenerazione urbana nelle periferie e di educazione alla legalità. La composizione e il funzionamento dell’osservatorio sono definiti con decreto del prefetto, sentito il sindaco metropolitano”.
La possibilità di Daspo urbano e avviso orale a partire dai 14 anni
Fra le misure previste si segnala la possibilità per il questore di comminare il Daspo urbano e l’avviso orale anche per i minorenni che abbiano compiuto 14 anni. Con l’avviso orale il questore, che vedrà il minore accompagnato dai genitori o da chi ne esercita la responsabilità, può proporre anche il divieto di usare cellulari e social. Una circostanza applicabile nel caso in cui il destinatario della misura sia condannato, “anche con sentenza non definitiva, per uno o più delitti contro la persona, il patrimonio ovvero inerenti alle armi o alle sostanze stupefacenti”. ”Il divieto – si legge nella bozza – è disposto per una durata non superiore a due anni, con l’individuazione di modalità applicative compatibili con le esigenze di salute, famiglia, lavoro o studio del destinatario del provvedimento”.
Il ruolo dei genitori: multe per chi non controlla e carcere per chi non manda i figli a scuola. Se il minore che abbia compiuto 14 anni viene sottoposto all’ammonimento, poi, ai genitori può essere applicata una multa fino a mille euro. “Fino a quando non è proposta querela o non è presentata denuncia” per i reati commessi da minorenni di età superiore agli anni quattordici nei confronti di altro minorenne, è applicabile la procedura di ammonimento”, si legge nella bozza del decreto, che spiega che “nei confronti del soggetto che era tenuto alla sorveglianza del minore o all’assolvimento degli obblighi educativi nei suoi confronti è applicata la sanzione amministrativa pecuniaria da 200 euro a 1.000 euro, salvo che non provi di non aver potuto impedire il fatto”. Per i genitori che non rispettino l’obbligo scolastico dei figli, poi, il decreto prevede una pena fino a 2 anni di carcere per i genitori e la perdita del diritto all’assegno di inclusione in caso di inadempienza.
Pene più severe per armi e droga e lavori socialmente utili e volontariato per il reinserimento. Per i ragazzi dai 14 anni in su trovati in possesso di droga o armi è previsto un aumento delle pene. Per quelli colpevoli di reati per i quali è prevista una pena non superiore ai cinque anni è previsto un percorso di definizione anticipata della pena che contempla lo svolgimento a titolo gratuito di lavori socialmente utili o di attività benefiche. Un vero e proprio ”programma rieducativo” disposto dal pm, con l’accordo dei genitori e sentiti i servizi minorili, “per un periodo compreso da uno a sei mesi”.
Il decreto pensa, inoltre, alle vittime di reati consumati online, che potranno chiedere l’oscuramento o la rimozione dei propri dati ai siti e ai social, “al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media” e, nel caso in cui non dovessero ottenere risposta entro 24 ore o l’oscuramento richiesto entro due giorni, potranno rivolgersi al Garante per la privacy. Il testo, secondo quanto anticipato dall’agenzia di stampa Adnkronos, dovrebbe inoltre contenere una norma ad hoc contro la fruizione di porno online da parte dei minori.
Oltre alle misure repressive, la bozza di decreto prevede anche misure di sostegno alla scuola e alle famiglie. Aumentano, infatti, i fondi a disposizione delle scuole del Mezzogiorno, con uno stanziamento totale di 32 milioni tra quest’anno e il 2025, con particolare attenzione al potenziamento dell’organico del corpo docente. Inoltre, il testo autorizza “un ulteriore piano per asili nido per l’incremento dei posti per la prima infanzia nella fascia di età 0-2 anni”, che sarà poi dettagliato dal ministero dell’Istruzione.