“Buon compleanno Lucio”. Con queste parole è iniziata l’omelia di padre Bernardo Boschi, confessore del cantante, che ha fatto scattare l’applauso nella basilica di San Petronio dove si sono svolti i funerali di Lucio Dalla. Un applauso lungo e commovente come quello di piazza Maggiore che ha accolto la salma del cantante prima di entrare in San Petronio. La basilica è strapiena: personaggi dello spettacolo e della politica ma anche di tanta gente comune sono accorsi per dare l’ultimo saluto al ‘poeta popolare della canzone’.
“Oggi, parafrasando una frase dello stesso Lucio Dalla, si apre il secondo tempo della sua vita”, ha ricordato Gabriele Cavina, provicario della Diocesi di Bologna che ha presieduto il funerale del cantante. “Oggi – ha detto – anche la basilica di San Petronio è troppo piccola per lui, domenica scorsa era qui per la messa, oggi siamo qui per lui. Oggi avrebbe compiuto gli anni, la morte é il definitivo compimento dei nostri anni”.
“Lucio trasmetteva serenità e gioia, l’eredità che ci lascia è proprio questa, l’insostenibile leggerezza dell’essere”, ha detto nella sua omelia, durante la messa funebre, Padre Bernardo Boschi. “Ti abbraccio – ha continuato il sacerdote – saremo sempre con te perché tu sarai in mezzo a noi”. “Tutta Bologna ti vuole bene, tu hai amato tutti, questo popolo ti capisce, dalle autorità agli ultimi. Bologna ha perso un figlio vero”. Per padre Boschi, il suo amico Lucio Dalla “rivestiva di Bologna quella sottile ironia, quella profondità, anche quella specie clownesca propria della sua creatività”. Ma il cantante era anche un devoto credente che “veniva da un colloquio con Dio incredibile, la sua fede passava attraverso l’uomo e rifletteva la sua umanità”. “Lucio – ha detto Boschi – con la parola e con la musica scolpiva nelle nostre anime, attingeva dalla profondità, con la sua sete di Dio e dell’assoluto”.
In chiesa non sono state eseguite canzoni di Dalla, ma l’amico del cuore Marco Alemanno ha letto il testo della canzone ‘Le rondini’ tratta dall’album ‘Cambio’ del 1990. “Oggi insieme a voi tutti posso dirgli grazie” sono state le ultime parole del suo intervento. Il giovane attore è quindi scoppiato a piangere, ma l’intera basilica di San Petronio lo ha confortato con un applauso. Il feretro verrà sepolto nella Certosa monumentale di Bologna, dove sono tumulati anche i genitori dell’artista.
Gli amici dello spettacolo e delle istituzioni. Cinquecento i posti a sedere nella basilica. Nelle prime file, attorno all’attore Marco Alemanno, i collaboratori più stretti di Dalla e tanti musicisti e artisti tra i quali Gianni Morandi, Ron, Ligabue, Jovanotti, Renato Zero, Renzo Arbore, Samuele Bersani, Cesare Cremonini, Gigi D’Alessio, Gaetano Curreri, Amedeo Minghi, Mek, Biagio Antonacci, i Pooh e Roberto Vecchioni. Presenti anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini e il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. Nelle panche riservate alle autorità il sindaco Virginio Merole, il presidente della Regione Vasco Errani, il presidente della fondazione Carisbo Fabio Roversi Monaco e tutte le altre massime rappresentanze locali, tra cui anche il prefetto Angelo Tranfaglia e il questore Vincenzo Stingone.
Il giallo dell’eredità. Intanto si apre il giallo sulla ingente eredità del ‘poeta popolare’, come è già stato ribattezzato Lucio Dalla. Diritti d’autore, patrimoni immobiliari tra cui la grande e antica casa di via D’Azeglio, ma anche una prestigiosa collezione personale di opere d’arte. Non è chiaro se esista o meno un testamento che indichi precisi lasciti e volontà. Al momento della morte, Lucio Dalla non aveva parenti di primo grado quali sono i genitori, il coniuge o i figli. Esistono, invece, alcuni cugini. Resta, inoltre, a piangerlo l’attore Marco Alemanno che gli è stato vicinissimo per molti anni fino alla sua scomparsa. E’ stato lui, infatti, il primo a trovare il corpo senza vita del cantante nella stanza d’albergo a Montreux, in Svizzera dove Dalla alloggiava per la tournée europea. Secondo i legali dell’artista una sua volontà molto forte sarebbe stata quella di creare una fondazione nella sua città, che porti il suo nome e che abbia come mission la promozione dell’arte, della musica, della cultura e soprattutto dei giovani talenti per i quali il cantautore si è sempre speso. Una volontà che il suo entourage appoggerebbe convintamente, ma tutta da verificare in relazione all’aspetto legale alla presenza o meno di documenti lasciati per iscritto dal defunto.