La busta esplosiva recapitata al quotidiano La Stampa, potrebbe effettivamente essere stata frutto di una rivendicazione Fai. E’ quanto rende noto la Digos di Genova, che giudica attendibile la lettera recapitata oggi al quotidiano genovese Il Secolo XIX per rivendicare i falliti attentati dinamitardi al quotidiano torinese e ad un’agenzia privata di investigazioni di Brescia. Stando a quanto rendono noto gli inquirenti, la missiva, firmata dalla Federazione anarchica informale / Fronte rivoluzionario internazionale, presenta la stessa sigla che rivendicò l’agguato del 7 maggio 2012 contro l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, sarebbe coerente con l’ideologia dell’organizzazione sia per quanto riguarda il contenuto, sia per quanto riguarda il linguaggio utilizzato.
La lettera, che è stata sequestrata dalla Digos del capoluogo ligure, ha il timbro postale di Roma. Per cercare di risalire agli autori sono in corso indagini. Per l’agguato all’Ad di Ansaldo Adinolfi, due persone sono tuttora detenute: si tratta di Alfredo Cospito e Nicola Gai. A loro (e ad altri arrestati l’anno passato) gli anarchici “dedicano” le buste esplosive recapitate al quotidiano torinese e alla sede dell’agenzia di investigazioni a Brescia e non esplose per un malfunzionamento degli inneschi.
Nella rivendicazione, spiega il Secolo XIX, si annuncia la prosecuzione della campagna anarchica iniziata proprio con la gambizzazione del manager e sono presenti chiare minacce ai giornalisti che si sono occupati della vicenda e delle inchieste sui movimenti anarcoinsurrezionalisti.