Caccia aperta agli elettori della Dc ed ai voti di Totò Cuffaro

Nessuno vuole l’ingombrante Cuffaro ma tutti vogliono i suoi voti che sono tanti. Ma la caccia si apre e si chiude nel giro di 24 ore e di due post. Nessun partito avrà i voti di Totò e della Dc ma li avrà un’ideale, un “progetto”.

“Le polveri della battaglia pre elettorale si sono posate. Sono state presentate tante liste per il rinnovo del parlamento europeo ma soltanto alcune di queste riusciranno ad eleggere parlamentari” scrive ieri pomeriggio in un sabato già dal sapore di campagna elettorale il leader di Noi Moderati Saverio Romano.

Romano racconta alcuni passaggi chiari agli addetti ai lavori ma non sempre agli elettori “Abbiamo dato vita insieme a Forza Italia al primo serio tentativo di dare vita alla sezione italiana del PPE: con grande slancio si sono uniti sindaci e liste civiche di medesima aspirazione lasciando intendere il percorso inclusivo che ne consegue”.

Ma poi le parole che sembrano lanciate nel pozzo dei Moderati che è ampio e variegato “Non è ancora arrivato il momento di chiudere le porte che, riteniamo debbano sempre rimanere aperte, coinvolgendo coloro che condividono i nostri valori e desiderano contribuire alla costruzione di una Europa unita e solidale. Guardiamo al futuro con ottimismo e determinazione, e ci impegniamo a lavorare per rendere forte, libera e democratica la sezione italiana del Partito Popolare Europeo”.

Romano parla di un’Opa sulla Dc di Cuffaro. In fondo l’area di provenienza di Romano e Cuffaro è la stessa.

Al netto dell’Udc che ha scelto la strada leghista, l’unico riferimento in cui si riconoscono tutti i post democristiani è certamente il Ppe, il Partito popolare Europeo.

Totò Cuffaro sceglie  i social per dire la sua: “È davvero sorprendente il dibattito ‘cuffarocentrico’ andato in scena nelle ultime settimane a proposito di alleanze e candidature in vista delle prossime elezioni Europee: una deriva in cui si fa davvero fatica a trovare ragioni politiche di qualche pregio. Al di là dei comprensibili riferimenti al mio trascorso giudiziario, utilizzati spesso in dispregio dei principi costituzionali della funzione rieducativa della pena e delle stesse sentenze della magistratura di sorveglianza in tema di riabilitazione, risulta evidente che in tante occasioni sono stato tirato in ballo solo in funzione strumentale a contese per l’affermazione di leadership personali ed equilibri di potere tra alcuni dei partiti in campo e all’interno di essi. Nessun confronto ideale di merito invece, se del caso anche critico, sui contenuti della proposta politica con cui la Democrazia Cristiana intende contribuire, e certamente contribuirà, a sostegno dell’Europa e delle sue istituzioni unitarie, specie in un frangente della storia carico di sfide a noi così vicine e decisive per il futuro del mondo. In un tempo che ne sollecita con forza il rinnovato slancio ideale, certo agire politico ha, invece, mostrato una preoccupante fragilità di contenuti prima che di metodo, adagiandosi su logiche ben più riduttive. In questo senso c’era parso di potere cogliere con interesse l’iniziativa di dare forma, proprio a partire dalle elezioni Europee, al processo di riaggregazione di una più bassa area di centro, riconoscibile attraverso la condivisione dei principi fondanti di un comune orizzonte ideale in cui le diverse tradizioni popolari del nostro Paese hanno spesso saputo trovare il loro costruttivo punto di incontro. Ma come è noto, le cose per noi della DC si sono evolute a partire da ben altre priorità e c’è toccato, pertanto, prenderne atto con estrema delusione. In ogni caso, voglio ribadire che, pur in assenza del nostro simbolo e dei nostri candidati, rimarrà fermo e convinto l’impegno dell’intera comunità politica della Democrazia Cristiana nel sostenere unitariamente i tentativi che all’interno del centrodestra stanno puntando anche in questa consultazione europea e auspichiamo ancor più, nel prossimo futuro, sull’edificazione dell’esperienza politica e del partito popolare Europeo, sulle ragioni fondanti della sua identità e del suo patrimonio di valori. Una frase che non serve tradurre. Ma se mai a qualcuno servisse spiegarlo, Cuffaro sceglierà il più (o i più) democristiani della Lista che punta alla rifondazione del centro e si riferisce, in Europa, al Ppe, quella “Forza Italia Noi Moderati’’.

Torna a difendere il diritto della Dc ad essere partito e di Totò Cuffaro a portare avanti la propria azione politica e ideologica il Presidente della Regione Renato Schifani. Lo fa a margine del convegno della Corte dei Conti che il governatore ha utilizzato per parlare anche di siccità e di bilanci regionali ma non ah disdegnato rispondere su temi più politici.

E si dice amareggiato Schifani, del fatto che alcune voci in difesa delle prerogative Costituzionali richiamate da Cuffaro si siano sollevate soltanto a liste chiuse. Le ultime voci in difesa in questo senso sono state quelle del sindaco Roberto Lagalla e del leader di Italia Viva Matteo Renzi “Se queste voci si fossero sollevate prima della chiusura delle liste sarei stato più contento, aver fatto queste affermazioni solo dopo, a liste chiuse, lascia un senso di amarezza” ha dichiarato il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani.

Il riferimento è certamente alle dichiarazioni del leader di Iv Matteo Renzi e dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla, che hanno stigmatizzato il trattamento ricevuto da Totò Cuffaro e dalla Dc durante il confronto su accordi e candidature per le europee, ma non soltanto a quelle. Ed è una posizione che arriva all’indomani della scelta di Cuffaro che, annuncia, non farà mancare il proprio sostegno  a chi più impersona i valori che oggi sono quelli del Ppe.

“Cuffaro è un cittadino che ha espiato la pena, è stato riabilitato – ha sottolineato Schifani all’agenzia di stampa Dire -. In queste settimane è stato oggetto di attacchi che secondo me sono andati oltre, è stata quasi messa alla gogna una intera forza politica pienamente legittima, fatta da migliaia di elettori, da una classe dirigente che conosco e apprezzo e da assessori eccellenti in giunta. Ho assistito a uno scenario che non mi è affatto piaciuto”.

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