E’ passato un 2015 epocale per il Paese. E’ stato l’anno del cambiamento, basato sull’imposizione culturale di sistema, o meglio, liberismo coatto, senza la partecipazione attiva e consapevole del popolo ‘ex-sovrano’. Tutto con il conforto del Quirinale. Insomma si è dato corpo solo ad un cambiamento basato sull’ “ App…a…Renza”, ma era indispensabile avviare il processo delle riforme da presentare all’Europa e ai Mercati, perché questi altrimenti ci avrebbero dichiarati falliti. Renzi ha tamponato l’emorragia di credibilità internazionale con una politica di marketing impostata sull’annuncio e la dittatura dell’ottimismo, ma dopo? Con gli investimenti per la crescita da fare a deficit, la stessa crescita è utopia. Diventa poi assurda speranza se si pensa di attuarla senza la condivisione culturale consapevole del popolo. Renzi e Mattarella, che saranno ancora i protagonisti del nostro futuro, con le loro esternazioni pubbliche festive hanno dato due diverse letture del nostro prossimo possibile sviluppo. Matteo capisce che quest’anno è decisivo per il suo futuro politico. Tanto che nella Conferenza Stampa prenatalizia, dice ‘…o io sono legittimato dal Referendum popolare o smetto di far politica’. Invita il popolo a legittimarlo, consapevole che dopo di lui c’è Checco Zalone,cioè il populismo. Non è a caso che Mediaset ha presentato enfaticamente il film Quo Vado, facendo un grande affare , caratterizzando ancora una volta l’opposizione a livello macchietta. Niente di nuovo, solo un aggiornamento a Fantozzi, Banfi e Albanese per scimmiottare l’opposizione vera inesistente in Italia, fino a che non è arrivato un altro comico che ha organizzato un movimento politico ‘presunto ologramma’, che poi si è rivelato angosciante realtà. Quindi mettendo in preventivo un insuccesso alle prossime amministrative, mette le mani avanti dicendo o, meglio, facendo capire che non si dimette dimetto ne da Segretario del Partito, ne tanto meno da Pd. Rilancio, soprattutto a livello europeo, e se volete, venite a ‘vedere’ all’appuntamento Referendario, . Un ricatto in piena regola alla Casta, che impedisce la spending review e diventa un problema ad intercettare voti. L’Europa esige un Paese con Governo di Coalizione, nel caso sarebbe pronto ad un’alleanza con il M5S, con cui ha già dimostrato di saper collaborare, vedi Consulta e molto probabilmente a replicare sul tema diritti civili. Se in cambio riconoscesse il reddito di cittadinanza, aggiornando gli 80 Euro, con loro potrebbe programmare un Piano di Crescita ventennale a partecipazione popolare con “’idejussione europea’. La Casta trema ed è avvisata. La prossima poltrona ve la dovete guadagnare. Molto probabilmente prima del 2018. Mattarella, nel suo discorso di fine anno ha confermato che per esprimere dei concetti validi e credibili non serve straparlare. Non è uomo marketing, come Matteo, ma come Matteo deve invitare gli italiani a partecipare da protagonisti al cambiamento e si rivolge loro con una lezione di educazione civica. Meno evasione, più lavoro, più Sud, equilibrio tra accoglienza e respingimento. Omette di parlare delle banche, ma poco prima aveva fatto un appello all’ educazione finanziaria per gli italiani, indispensabile premessa per avere l’antidoto ai tromboni della finanza. Si pone come icona tra fede e fiducia, tra spiritualità e laicismo, tra celebrazione e vita, dà un saggio di politica integrata elevando a sintesi il ‘dubbio consapevole’ con capacità di scelta, vera icona e luce sul percorso della globalizzazione. Si avvicina ai grandi pensatori della DC, modernizzandone i convincimenti 2.0. Insomma ricolloca livelli e funzioni tra Professore e Allievo, ponendosi lui quale affidabile garante e supervisore per gli italiani sulla via della modernizzazione. Perché il 2016 sia un Anno mirato alla crescita ci dobbiamo augurare uno stop ai processi liberisti autoritari e realizzarli solo insieme all’italiano consapevole e non insaputo. Facciamo un esempio calzante, il ‘bail-in’ per il salvataggio delle banche all’interno privato. Premesso che pochissimi conoscevano la direttiva, grazie al colluso silenzio dei media e all’inutilità dei nostri parlamentari europei, si deve distinguere il coinvolgimento degli investitori con le obbligazioni subordinate per cui è giusto ricevere o pagare un rischio, se assunto senza forzature o ricatti. Mentre per i correntisti a deposito semplice è follia pensare che partecipino ad eventuali default, senza avere potere di controllo e senza eventuali diritti compensativi in positivo in caso di bilanci ipervitaminici. Il pensionato di Civitavecchia che si è impiccato il 28 Novembre è l’icona dell’italiano che si affida agli amici e distrutta la sua dignità personale, decide di farla finita. E’ strano che la notizia del fatto viene data dai media circa una settimana dopo il 28 Novembre. Lo smog blocca l’Italia già ferma, stabile (termine governativo) e ne dà un’ulteriore comprensibile plausibile motivazione. Solo Totò poteva immaginare una gestione dell’incubo delle PM10, così divertentemente diversificata a raggiera nazionale. Prima una miriade di diversi provvedimenti da città a città, secondo il Sindaco o il Commissario di riferimento. Poi l’autorità nazionale, indispettita che la cosa potesse andare oltre il ridicolo, provvede ad un ‘Cop. Roma Ambiente Matriciano’, scimmiottando Parigi, convoca tutti i pensatori, e decide una conduzione unica ed omogenea folgorante: ‘Tutti a 30 all’ora e meno tepore nelle case, cioè a piedi in automobile e a casa con il maglione’. Oltre le risa, c’è solo il pianto. Tant’è che Napoli, imprevedibilmente, si attrezza con sei giorni di blocco assoluto, salvo nuove piogge. Milano si ferma per tre giorni. Roma, dopo le targhe alterne, blocca solo i veicoli più inquinanti e poi si blocca per ‘merda capitale volatile’. Da Mafia Capitale a ‘Piccione Capitale’, passa dall’enfatizzazione degli stornelli allo scempio degli storni. Si dà la colpa agli agenti atmosferici. Ebbene sappiamo che anche la crisi è stata annoverata come tale, infatti per noi le vere cause di tanti veleni sono il parco macchine privato troppo vetusto, causa il mancato incentivo alla sostituzione, le caldaie vecchie e senza manutenzione e controlli. Nonché i bus troppo vecchi e senza adeguata manutenzione. I politici e i prefetti non possono dirlo, noi da ‘volontari della politica’ abbiamo la sana ingenuità di gridarlo, perché non sappiamo andare oltre il pianto. Comincia il processo di aggregazione coatta dei Piccoli Comuni voluta dall’ANCI. La Stampa il 31.12.2015 cita Pescara, che ingloba Montesilvano e Spoltore, inoltre fa presente che i Comuni passano da 8046 a 8006. Dice che la sola associazione che si è opposta è l’Asmel. Ricordiamo che solo l’Anpci della Franca Biglio ha cercato di opporsi con argomentazioni più che valide. Una sola considerazione, la crisi politica e ambientale ha penalizzato tutte le grandi città. Basta vedere la triste Metropoli di Roma, che ha voluto creare la grande Metropoli senza averne le possibilità, senza una valida struttura industriale e tutta impostata su apparato pubblico e commercio. Tanto che le Mafie nel tempo si sono impossessate del territorio. La politica che traguarda sa che il futuro è meno Città e più Piccoli Comuni efficienti, garanzia di ambiente e mobilità, utilizzando internet al massimo, ma senza una adeguata politica rimane un’utopia. La Borsa di Milano vince la gara europea sui profitti. La politica dell’annuncio, senza antidoti, ha dato i suoi frutti. La collocazione in Borsa della Ferrari è l’apoteosi. Crescono sempre i soliti noti al netto del ‘popolo insaputo’.