Calabria: scioglimento per infiltrazioni del Comune di Soriano

«Paolo Borsellino avvertiva dei rischi di un equivoco su cui spesso si gioca. Alludeva ai sospetti di vicinanza tra politica e mafia che, in assenza di condanna in sede penale, non suscitavano, anche nei partiti, alcun turbamento sul piano etico. Credo che, soprattutto in Calabria, a 30 anni dall’assassinio di Borsellino, quell’avvertimento sia più che mai attuale e purtroppo largamente inascoltato». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito, che aggiunge: «Registro la notizia, in Calabria, dell’ultimo scioglimento di un Consiglio comunale, nello specifico di Soriano Calabro, il paese in cui viveva Filippo Ceravolo, ragazzo innocente ucciso dalla ’ndrangheta». «Di recente, proprio lì – prosegue il deputato – avevo detto che bisogna evitare che le vittime della mafia siano vittime dello Stato, intervenendo alla cerimonia di intitolazione della pinacoteca comunale alla memoria di Filippo. Avevo anche precisato di sapere bene da che parte stare e di dormire pertanto sonni tranquilli». «Al di là degli esiti di inchieste e procedimenti penali, i partiti devono compiere delle scelte nette, così come gli elettori. Non ci possono essere elementi di ambiguità negli esponenti politici, perciò bisogna – conclude D’Ippolito – isolare chi, con i propri comportamenti quotidiani o con le proprie scelte amministrative, non dà garanzie di stare dalla parte dello Stato. Lo dobbiamo ai calabresi, lo dobbiamo alla memoria di Paolo Borsellino, di cui va raccolta la grande eredità morale».

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