Saranno svolti domani i funerali di Virgilio Motta, tifoso interista, trovato impiccato in casa sua lunedì scorso. Tale notizia circolava già da giorni nell’ambiente delle tifoserie, ma solo stamani è stata confermata dal suo legale, Consuelo Bosisio. Nel luglio del 2009, in seguito agli scontri avvenuti nel corso del derby tra Milan e Inter, il giudice delle direttissime di Milano, Alberto Nosenzo, aveva condannato a pene comprese tra sei mesi di reclusione e quattro anni e mezzo di carcere sei ultrà milanisti accusati, a vario titolo, di rissa aggravata e lesioni. Alla pena più alta era stato condannato Luca Lucci, uno dei capi della curva sud che, secondo l’accusa, aveva sferrato il pugno contro Virgilio Motta che aveva poi perso la funzionalità dell’occhio sinistro, mai recuperata nonostante molti interventi chirurgici. “Le sue condizioni psicologiche sono peggiorate perché gli imputati condannati per quegli scontri non gli hanno versato i 140 mila euro che gli dovevano come risarcimento e con i quali lui voleva andare all’estero per provare a curarsi”. Parole, queste, del legale di Motta. Al giovane tifoso era stata riconosciuta una provvisionale di 140 mila euro a carico dei condannati da versare in solido, ma il legale, che rappresentava Motta come parte civile nel processo, ha raccontato che “i condannati non hanno mai versato i 140 mila euro che gli dovevano perché pare che risultino nullatenenti e quindi l’anno scorso Motta ha dovuto accettare di firmare un accordo per avere piccoli versamenti a rate nell’arco di oltre 5 anni”.
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