I delegati Uefa tornano all’attacco contro il Napoli. La società partenopea ora rischia di giocare il 6 dicembre contro il Psv, la decisiva gara di qualificazione ai sedicesimi di Europa League, al San Paolo a porte chiuse. La Commissione Disciplinare e di Controllo dell’Uefa, così come era già accaduto prima della partita con il Dnipro, potrebbe avviare un procedimento nei confronti della società azzurra a seguito del comportamento tenuto dai suoi tifosi proprio in occasione della gara disputata contro gli ucraini lo scorso 8 novembre. “Reiterata introduzione ed accensione di fumogeni, occupazione indebita delle scale di fuga e nuova constatazione di intonaci pericolanti in alcuni settori dello stadio”. Queste le motivazioni della probabile ‘penalizzazione’. Nel precedente provvedimento, dello scorso 26 ottobre, sempre nei confronti del Napoli, oltre a comminare una multa di 150.000 euro, l’Uefa aveva anche imposto di giocare una gara a porte chiuse. Questa decisione è stata però appellata dal Napoli attraverso il proprio legale di fiducia, l’avvocato Mattia Grassani, e sarà discussa alla Commissione d’Appello dell’Uefa nei prossimi giorni. La sanzione accessoria di giocare una partita a porte chiuse è stata sospesa, e soggetta a un periodo di prova di cinque anni, grazie al decisivo e immediato intervento del Napoli, che in pochi giorni, e a proprie spese, era riuscito a eliminare i rischi derivanti dagli intonaci pericolanti dell’impianto, e a ottenere dall’Uefa in extremis l’autorizzazione ad aprire tutti i varchi d’ingresso del San Paolo per giocare contro il Dnipro.
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