Altre 5 partite sotto indagine, una decina tra calciatori e dirigenti che potrebbero presto finire nel registro degli indagati, e almeno tre nuove squadre, tra cui la Salernitana di Claudio Lotito appena promossa in serie B: l’inchiesta della Dda di Catanzaro punta dritta a quel “livello superiore” che, dicono gli inquirenti sulla base delle migliaia di intercettazioni, era il vero obiettivo dell’associazione che aveva messo le mani sulla Lega Pro. Al momento si tratta soltanto di un’ipotesi investigativa ma già nei prossimi giorni potrebbero esserci sviluppi. Le perquisizioni “mirate” condotte ieri nei confronti dei fermati hanno infatti messo nelle mani dei poliziotti decine di smartphone e tablet che, ad una prima verifica, avrebbero fornito conferme alle tesi della Procura: le conversazioni su whatsApp, in particolare, sarebbero piene di indicazioni relative a partite combinate su cui giocare. Ma soprattutto, gli uomini della squadra mobile di Catanzaro e dello Sco avrebbero trovato dei pizzini contenenti le quote delle partite, i nomi di alcune squadre e le modalità con cui gli indagati effettuavano le scommesse per evitare di concentrare somme troppe elevate sulle singole partite. Una strategia che puntava ad impedire l’abbassamento della quota e ad allontanare i sospetti. In uno di questi foglietti c’era anche riportata una frase che non lascia dubbi: “se ci beccano ci arrestano”. Gli inquirenti vogliono poi chiarire la questione del giudice della presunta ‘Commissione’ della Figc di cui parla Mauro Ulizio, il dg di fatto della Pro Patria, in merito alla squalifica di una sola giornata assegnata al figlio calciatore nella stessa squadra dopo aver tirato uno schiaffo ad un avversario. “Non lo uso mai questo qua – dice Ulizio – fa parte della commissione della Figc che lavora anche a livello di Champions League e serie A”. Chi è questa persona? Ma le prossime settimane saranno cruciali anche per quella parte dell’inchiesta che si sviluppa attorno alle partite – almeno cinque – che sono emerse nelle intercettazioni ma che gli inquirenti hanno tenuto fuori dal fermo per fare i riscontri.L’indignazione di Mattarella, Il ”disgusto” di Renzi, la presa di posizione della Federcalcio con Tavecchio intenzionato ”a liberare il calcio dai delinquenti e dai maneggioni”. La bufera che si è abbattuta sul mondo del pallone con l’inchiesta della procura di Catanzaro su presunte scommesse in Lega Pro e Dilettanti e, in contemporanea, quella dell’Antitrust sui diritti tv, hanno gettato nuove ombre sul sistema calcio. E dal presidente della Repubblica, prima della finale di Coppa Italia, arrivano parole affilatissime. ”Il divario tra questi fenomeni che vengono denunciati e che periodicamente affiorano e la passione con cui tanta gente segue il calcio fa indignare: per questo serve severità e rapidità”’, il suo intervento. Mattarella, la cui presenza in tribuna d’onore all’Olimpico e’ la prima da presidente in uno stadio, pensa ”a tutti ”Penso ai tanti italiani che seguono il calcio e che chiedono che sia vissuto come uno sport, praticato con correttezza assoluta intanto sul campo per rispetto loro oltre che naturalmente per rispetto della legge”. Sul piano esecutivo, era stato in mattinata Renzi ad annunciare l’intenzione del governo di intervenire. ”Ora basta con il fatto che personaggi di discutibile approccio governino il calcio a tutti i livelli – le sue parole – faccio un appello alla Federazione, alla Lega, al Coni, restituiamo il calcio alle famiglie. Il calcio è delle famiglie, non dei professionisti della polemica o delle società di consulenza dei diritti tv”, sui quali “serve trasparenza”, insiste Renzi che preannuncia un ‘tavolo’ con tutti i partiti dopo le Regionali ”per cambiare totalmente passo”. Il business della ‘Ndrangheta su combine e promozioni. Una nuova violenta bufera scuote l’Italia del pallone stavolta in Lega Pro e Serie D con sospetti sulla Serie B. E c’è odore di mafia. La Polizia ha eseguito decine di fermi in tutta Italia nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Dirty Soccer’ : coinvolti calciatori, dirigenti e presidenti di club. L’inchiesta è coordinata dalla Dda di Catanzaro e e dallo Sco di Roma. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Sono 50 i fermi, oltre 70 gli indagati. Oltre 30 le squadre coinvolte. Ad alcuni indagati vengono contestate le aggravanti mafiose e transnazionali. L’inchiesta ha preso il via grazie alle intercettazioni di Pietro Iannazzo, ritenuto elemento di vertice dell’omonima cosca che opera a Lamezia Terme, arrestato giovedì scorso in una operazione della polizia contro la ‘ndrina. Quella degli Iannazzo, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, è una cosca “d’elite della mafia imprenditrice” dedita agli affari, ma anche capace di scatenare una guerra con altre consorterie per mantenere il proprio predominio sul territorio. Nel corso dell’operazione condotta la settimana scorsa da squadra mobile di Catanzaro, Sco, Dia e Guardia di finanza, sono state una quarantina le persone arrestate, tra le quali alcuni imprenditori. E’ stato captando alcune conversazioni di Pietro Iannazzo nel corso di quella indagine che gli investigatori hanno saputo delle combine su varie partite dei campionati di Lega Pro e Cnd per alterare i risultati al fine di ottenere vincite cospicue con le scommesse.
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