Stefano Mauri sarà ascoltato in qualità di testimone per conto dell’autorità giudiziaria elvetica e non come indagato, nell’ambito del secondo filone del calcioscommesse, sui nuovi atti relativi alla rogatoria svizzera. È l’ultima puntualizzazione dei difensori del giocatore della Lazio, gli avvocati Amilcare Buceti e Matteo Melandri, che in una nota commentano la convocazione del proprio assistito: “si prende atto dell’ennesimo episodio di fuga di notizie dal Palazzo di Giustizia di Cremona”. L’atto di notifica ricevuto da Stefano Mauri conferma come lo stesso debba essere sentito in qualità di testimone per conto dell’autorità giudiziaria elvetica. Contrariamente alla realtà dei fatti invece si legge oggi praticamente su tutte le testate giornalistiche che Stefano Mauri sarebbe indagato per il reato di riciclaggio, e che lo stesso dovrà essere “interrogato” dal Gip Salvini”. L’incontro con gli inquirenti è fissato per venerdì pomeriggio a Cremona con il gip Guido Salvini, ed alla presenza del procuratore Roberto Di Martino. Interrogatorio voluto dagli inquirenti svizzeri con una maxi rogatoria che aveva sorpreso addirittura gli investigatori italiani per la mole di documenti richiesti: una buona parte degli atti, nonché migliaia e migliaia di pagine, comprese le intercettazioni, dell’inchiesta sul Calcioscommesse inziata da circa un anno e mezzo. I sospetti nei confronti del giocatore biancoceleste sarebbero nati in modo molto semplice: il conto sospetto, sul quale sarebbero transitate somme di denaro importanti, è infatti intestato ai genitori del capitano della Lazio. Giudicato molto sospetto in particolar modo un versamento di 100 mila euro con un bonifico anche se la data non coinciderebbe con quella dell’inchiesta sul Calcioscommesse. Su questo e su altro dovrà fornire spiegazioni il centrocampista. E non soltanto lui.
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