Calderoli ha paura del voto. “Ora federalismo e fase costituente”

Nessun  voto anticipato ma subito una legislatura costituente per rilanciare il federalismo e la riforma costituzionale dello Stato. Il ministro leghista Roberto Calderoli dai microfoni del tg1 chiude le porte alle elezioni anticipate perché “bisogna completare prima il federalismo”. “Credo che ci sia davanti un grosso obiettivo – spiega – trasformare l’attuale legislatura in una legislatura costituente”.

“C’è uno scenario preoccupante – prosegue l’esponente del carroccio – Il nord che cresce alla velocità della Germania, il sud che decresce alla velocità della Grecia. C’è una unica ricetta è il federalismo”. Calderoli boccia così sul nascere qualsiasi balzo di Roberto Maroni, suo collega di partito e di governo, sull’onda dell’emozione dopo il deposito di più di un milione di firme per abolire l’attuale legge elettorale. Uno stop che riporta sotto i riflettori la divisione tra lealisti e maroniani. Il papà del ‘Porcellum’ sa bene che la Lega Nord, in caso di voto anticipato, non potrà più sbandierare la bandiera di Roma ladrona perché il suo partito non ha incassato la riforma epocale promessa  agli elettori del nord. Senza il tanto sbandierato federalismo rischia una emorragia di voti. Calderoli questo lo sa molto bene per questo stoppa l’apertura di Maroni sul referendum che a sua volta usa l’arma per scardinare il potere del gruppo bossiano. Il credo del fido ministro del senatur è molto semplice: prima le riforme, per quella Padania che non esiste, e poi subito voto. “Completiamo il federalismo fiscale e la riforma costituzionale – dice Calederoli – che è al Senato la prossima settimana. Decideremo se ci sarà un sud che vuole trascinare il nord in basso o viceversa”. Il nodo ‘politico’ resta la legge elettorale e potrebbe essere il casus belli per scompaginare l’attuale assetto politico. Il papà del porcellum disconosce la sua legge e rivela che “la Lega e il sottoscritto erano a favore della vecchia legge elettorale, il mattarellum”, ma fu ricattato dagli alleati. “Fummo ricattati da Casini e dall’Udc per introdurre un sistema proporzionale, da Fini che voleva le liste bloccate e da Berlusconi che voleva il premio di maggioranza – aggiunge – e con la collaborazione della sinistra che non disse nulla”. E per trovare una scusa al suo papocchio ricorda che “fui il primo a definire il nuovo sistema una porcata”.

La proposta La Russa. “La legge elettorale che abbiamo adesso è un’ ottima legge solo che si introducano le preferenze”. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio la Russa a margine del nono raduno nazionale dell’associazione lagunari truppe anfibie in corso a Mantova. “L’opinione pubblica – ha detto il ministro – ormai si è convinta, giustamente, che i cittadini devono scegliere anche in tutto o in parte i parlamentari. E allora, cambiamo l’attuale legge elettorale in questo senso, non buttiamo il bambino con l’acqua sporca. La legge che abbiamo adesso è un’ ottima legge; si faccia solo questo cambiamento. Semmai bisognerebbe cambiare il sistema del premio di maggioranza al Senato ma qui andiamo sul tecnicismo”. “La cosa che interessa ai cittadini – ha aggiunto – è scrivere sulla scheda, come fanno alle Europee, alle Regionali e alle Comunali anche il nome del deputato che piace loro. Ma i cittadini vogliono anche continuare a sapere prima delle elezioni chi è il candidato presidente del consiglio, qual è la coalizione che si candida a governare e qual è il suo programma. Non vogliono tornare ai meccanismi antichi quando loro votavano in un modo e i partiti, dopo, decidevano come volevano”. E ha precisato. “Se si ritiene, dunque, di ritornare alle preferenze, in 24 ore possiamo metterci d’accordo. Se qualcuno, invece, pensa di spacciare questo cambiamento come un cavallo di troia per ottenere altri risultati, primo, impedire ai cittadini di scegliere il presidente del consiglio e di tornare ad avere dieci governo in dieci anni; se si pensa di fare una legge che faccia vincere chi abbia un voto in meno e non un voto in più come dice l’attuale legge, allora noi non siamo assolutamente d’accordo”.

 

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