Calenda il Pd così è finito. Ha vinto Renzi. Zingaretti è amministratore straordinario della liquidazione

Il Pd è finito, non c’è più. Invece di parlare della crisi di governo si parla della spaccatura del Partito Democratico. Come sempre da soli riescono a farsi male più del fuoco nemico. E questa volta rischia di passare la linea Renzi. Un disastro per il centro sinistra ed un immenso favore a Matteo Salvini.

E’ questa l’analisi fatta da Carlo Calenda ai microfoni di Circo Massimo, su Radio Capital. “Così com’è è finito sicuramente. Dopodiché può decidere di andare oltre sè stesso, rilanciarsi, ricostruirsi in qualcosa di diverso”, dice l’europarlamentare dem. “Ci sono due Pd: uno ha i gruppi parlamentari e un altro ha il partito. Nell’ultima direzione ho proposto di creare una segreteria politica in cui la gente si guarda in faccia e prende una decisione comune. I primi a non volerlo sono stati i renziani. Renzi non si siede con nessuno, non prende la telefonata di nessuno e non discute con nessuno. Questa è la verità”, dice l’ex ministro.

“La scissione nel Pd già c’è, è un dato di fatto. Renzi ha fatto un’intervista, non solo facendo zompare per aria il Pd ma anche facendolo diventare argomento di conversazione al posto della crisi di governo. Il tutto senza fare una telefonata a nessuno. E questo aveva detto che avrebbe fatto il senatore semplice e che non avrebbe parlato per due anni, pensa se parlava”, dice ironicamente l’esponente dei Dem.

Il governo istituzionale proposto da Renzi, che vedrebbe insieme i parlamentari dem e i 5 stelle, secondo Calenda “rischia di farsi, perché l’impulso all’autopreservazione del ceto politico è gigantesco. E l’ex premier ha bisogno di più tempo per fare il suo partito. Ma così offriremo un’occasione gigantesca a Salvini”. Questo, però, “non vuol dire che non si lotterà fino alla fine. Io cercherò di costruire un fronte repubblicano, come sto dicendo da mesi, ma insieme al Pd. Si può anestetizzare questa ferita solo rilanciando un grande progetto politico che al momento anche Zingaretti mi sembra non stia lanciando. Se vuole fare il segretario del Pd e non l’amministratore straordinario della liquidazione”, consiglia Calenda, “deve rilanciare facendo un grande progetto che coinvolga e vada oltre il Pd. Se avrà il coraggio di farlo, esisterà qualcosa che non sarà il Pd come lo conosciamo oggi. Se non lo farà, il Pd scenderà al 15% e poi ci sarà una sinistra frammentata. E questo significherà consegnare l’Italia a Salvini. Mi batterò contro questa prospettiva. Magari sarò solo come un pirla…”.

Per l’europarlamentare eletto nel Pd l”unica via maestra restano le elezioni. “Il confronto democratico con le elezioni. E la costruzione del fronte democratico e repubblicano. Abbiamo una battaglia da fare contro chi ci vuole portare fuori dall’Europa, e questa battaglia si fa a viso aperto, non facendo accrocchietti per qualche mese”.

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