‘Da maggio ad oggi il Pd ha perso quasi sette punti, ed è evidente che il mio consenso personale non è più quello del 2014’, ammette il segretario Pd Matteo Renzi in un’intervista in apertura del ‘Corriere della Sera’ di oggi, ma il miracolo di questi anni è stato reso possibile dal Pd: siamo una squadra forte.
Non si pente, dice, della Commissione Banche: ‘La rifarei domattina. E’ demagogia indicare ai cittadini un capro espiatorio’. La Boschi? ‘La mia opinione è che si debba candidare.
Intanto Maria Elena Boschi in un’intervista al ‘Messaggero’ si dice disponibile a una eventuale audizione in commissione Banche e torna ad attaccare Vegas: ‘Vogliono far credere che il problema delle banche sia io. Ma è una strumentalizzazione tanto meschina quanto evidente. Sono un volto facile da colpire. Ma dopo due anni di ricerca ossessiva nessuno ha potuto smentire ciò che dissi in Parlamento sulle banche. E nessuno parla più di pressioni o favoritismi’.
La richiesta di audizione in Commissione banche da parte delle opposizioni? ‘Deciderà il presidente della Commissione. Se riaprono le audizioni, io sono a disposizione’, risponde. E replica a chi, come il ministro Orlando, consiglia di ragionare sulla sua candidatura: ‘Sarà il Pd a decidere se e dove candidarmi’.
Il governo a guida Pd ha penalizzato la mia famiglia, non l’ha aiutata. Parlando dell’audizione del presidente della Consob, Boschi afferma: ‘I ricordi di Vegas mi sono sembrati stranamente selettivi. Non cancello spesso gli sms. Ne ho quindi molti in memoria, anche con altri esponenti del mondo del credito e del giornalismo. Non solo quelli con Vegas. Dal momento che mi sembrò insolita la richiesta di vederci a casa sua alle 8 del mattino, chiesi che l’incontro si svolgesse al ministero o in Consob. Non sta a me dire perché Vegas lo propose, certo io non accettai. Quanto alla serietà istituzionale di Vegas ricordo che già indicato come capo dell’Autorità di vigilanza partecipò al voto di fiducia al governo Berlusconi. E non aggiungo altro’.
Oggi in commissione dovrebbe essere sentito il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ma l’attesa più grande è per le audizioni del governatore della Banca di Italia Ignazio Visco, in calendario domani, e dell’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni, in programma il giorno dopo, mercoledì.
Vegas, ricordiamo, pur smentendo ‘pressioni’ ha confermato l’esistenza di uno, forse due, incontri con l’allora ministro Boschi sul caso Etruria e, per questo, i riflettori sono tutti puntati su quello che potrà dire Visco.
Altre contestazioni sono arrivate dagli ex vertici delle banche venete. In questo caso, la responsabilità di Bankitalia sarebbe soprattutto quella di aver spinto per aggregazioni, con Etruria e Veneto Banca, guidate da Bpvi. Vincenzo Consoli, ex ad di Veneto Banca, che ha raccontato di un incontro durante il quale venne fuori la questione della fusione, a casa Boschi. E dove partecipò anche Maria Elena in qualità di ascoltatrice: 15 minuti e poi via, senza dire parola.
Padoan, senza dubbio, sarà chiamato a riportare sul caso Boschi-Etruria. Dal 2014, ha ricordato, abbiamo cambiato le regole del gioco dopo anni di immobilismo che avevano favorito opacità su banche; affrontato 8 crisi nate da recessione e in alcuni casi da presumibile mala gestio; protetto risparmiatori e contribuenti. Tutto, ha assicurato citando la Boschi, ‘senza interferenze’.
Altra audizioni chiave sarà quella di Ghizzoni al quale toccherà di rispondere a una domanda chiave: ‘Maria Elena Boschi, come racconta De Bortoli nel suo libro ‘Poteri Forti’, ha veramente chiesto un aiuto a Unicredit per salvare la banca dove il padre era vicepresidente?’.
Per Matteo Renzi il Pd in questi anni ha salvato il sistema bancario italiano dalla più grande crisi del dopo guerra: ‘I salvati, nella fattispecie, non sono i banchieri che abbiamo commissariato e mandato a casa, senza guardare in faccia nessuno, ma decine di migliaia di correntisti. Abbiamo agito salvando migliaia di posti di lavoro, mandando a casa un centinaio di membri di consigli d’amministrazione, cambiando le regole sulle popolari per evitare nuove e vergognose connivenze tra politici territoriali e manager senza scrupoli. Rivendico con forza questo lavoro. Con queste iniziative abbiamo consentito alla ripresa di arrivare anche in Italia. Ma soprattutto abbiamo salvato tanti risparmi di un ceto medio che per colpa delle regole europee avrebbe rischiato moltissimo. Regole, peraltro, volute dai governi precedenti. E’ demagogia prendere un problema complesso e presentarlo in modo fuorviante ai cittadini indicando un facile capro espiatorio. Nel linguaggio barbaro di Cinque Stelle e di parte della stampa sembra che il problema delle banche italiane siano Banca Etruria e Boschi. Chi ha sbagliato su Banca Etruria deve pagare. Ma questo vale per tutte le banche. Soprattutto per quelle dove i veri scandali vengono coperti. Le sembra normale che dell’audizione del capo della Consob i giornali abbiano riportato solo il pranzo con la Boschi a Milano? Quello ha fatto il capo della Consob per sette anni: possibile che non avesse altro di più interessante del pranzo con un ministro?. La Boschi è oggetto di un’attenzione spasmodica che copre i veri scandali di questi anni. Un vostro commentatore ha scritto sul Corriere: a questo punto non importa se Boschi ha detto o meno la verità. A noi del Pd sì: la verità interessa più del pregiudizio. A gennaio, comunque, gli organi del partito decideranno: la mia opinione è che si debba candidare, senza alcuna incertezza. I colpevoli li giudicano i giudici. I politici li giudicano gli elettori’.
Roberto Cristiano