Dopo Palazzo Madama anche Montecitorio esprime voto a favore
Il governo di Matteo Renzi ottiene la fiducia alla Camera con 378 sì, 220 no. I presenti sono stati 599 e 598 i votanti, visti che un deputato si è astenuto. Ma è la stessa Aula che gli riserva oggi le provocazioni dei Cinque Stelle e che accoglie con una lunga ovazione l’ingresso in aula di Pier Luigi Bersani. E che assiste all’abbraccio tra l’ex segretario del Pd e l’ex premier Enrico Letta. Il neo premier cade poi nel primo “tranello” dei Cinque Stelle: crede di poter trovare una “sponda” nel vicepresidente della Camera “grillino” Luigi Di Maio e gli invia un biglietto in cui, incurante del trattamento già riservato a Bersani, tenta un provocatorio aggancio. «Scusa l’ingenuità caro Luigi. Ma voi fate sempre così? Io mi ero fatto l’idea che su alcuni temi potessimo davvero confrontarci. Ma è così oggi per esigenze di comunicazione o è sempre così ed è impossibile confrontarsi?». Il Cinque Stelle gli risponde picche e poi, se non bastasse, pubblica il “carteggio” su Facebook. Renzi si toglie poi però il suo sassolino dalle scarpe e ribatte: «Quando ho perso alle primarie con Pierluigi Bersani lui non mi ha espulso e il fatto che Bersani sia qui, avendo idee diverse dalle mie su molte cose, è un segno di stile e rispetto non personale ma politico. Siamo il Pd». I pentastellati hanno votato il loro no alla fiducia, così come Forza Italia.