Renzi ha varcato ieri il portone nero al numero 10 di Downing Street accolto dal primo ministro britannico, David Cameron. “Sostengo l’impegno di Matteo per le misure ambiziose” che sta portando avanti in Italia per la ripresa ed il lavoro, ha affermato Cameron, che si è detto ansioso di iniziare a collaborare con l’ultimo inquilino di Palazzo Chigi. “Io e Matteo abbiamo divergenze perché lui è di centro sinistra, ed io di centrodestra, ma entrambi siamo riformatori e vogliamo riformare l’Europa conseguendo che il Regno Unito rientri in un’Ue riformata.”. Obiettivo dichiarato di Cameron è fare del semestre di presidenza italiana della Ue il trampolino di lancio per l’archiviazione delle politiche di austerity. Non a caso il capo del governo britannico ha tenuto a precisare come i ”due riformismi”, quello di ”Matteo” e quello di ”David”, siano affini nei traguardi pur partendo da basi politiche molto diverse. Su questo punto Renzi si è detto più che d’accordo aggiungendo che non c’è una grande Ue senza la presenza della Gran Bretagna. “Abbiamo ancora molto da fare” e i dati sulla disoccupazione lo dimostrano. Nel 2011 il Regno Unito era all’11% e l’Italia all’8,4%”, ora è al 7%” e noi al 12,3%”. Nell’ultimo periodo l’Europa ha perduto la qualità del sogno, è solo il luogo della burocrazia assoluta e la prima sfida da affrontare è sulla visione di Europa che avrà la prossima generazione, e ciò si avrà solo se ci sarà un’idea diversa della crescita. Crescita, perlomeno in Italia, significa anche la riforma del lavoro”. Dichiarazione benedetta anche da Cameron in conferenza stampa. In Italia ci sono 2.100 articoli che si occupano del mondo lavoro, è normale che alla fine si finisca in tribunale. Noi abbiamo in testa un codice del lavoro di 50-60 articoli, scritto anche in inglese per gli investitori, che dia regole e tempi certi, è stato quanto dichiarato dal nostro premier. Verso l’Italia c’è un grande interesse per quello che sta facendo. L’altro grande tema affrontato nel corso dell’incontro bilaterale è quello della crisi ucraina. “I paesi europei hanno diverse idee in tema di sanzioni ma siamo d’accordo sul fatto che il prossimo consiglio Ue dovrà stabilire un piano dettagliato di sanzioni”, ha affermato David Cameron, facendo riferimento alle fonti di energia alternative al gas russo e sottolineando come sia interesse di tutta l’Europa diventare meno dipendente dal punto di vista energetico da Mosca. Al riguardo, ha ricordato che proprio Matteo Renzi presiederà in Italia il prossimo G7 sull’energia e che bisogna costruire nuovi gasdotti e nuove interconnessioni europee per il trasporto del gas, anche se c’è la consapevolezza che ci vorrà molto tempo. David Cameron è sembrato alla fine il più convinto sostenitore della missione riformatrice europea di Matteo Renzi. Ma la Merkel appare molto più cauta di Cameron ed è in attesa del cruciale Consiglio europeo di fine giugno al quale si dovrà pur vedere con quali risultati elettorali si presenteranno i vari premier. Renzi sa bene di giocarsi alle europee una buona fetta del vantaggio acquisito in poche settimane di governo.
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