E’ scattata all’alba di stamattina l’operazione ‘Il Principe e la ballerina’, dove la ballerina sarebbe la scheda elettorale, che grazie alle confessioni dei collaboratori di giustizia ed alle conseguenti intercettazioni, ha fatto scattare 60 ordinanze di custodia cautelare, che la Dia di Napoli e i Carabinieri di Caserta, stanno eseguendo in tutt’Italia. La maxi operazione contro il voto di scambio a Casal di Principe, ha portato alla richiesta d’arresto tra gli altri, dell’ex sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, deputato del Pdl, indagato per corruzione ed altri reati in un’inchiesta sulle collusioni tra camorra e politica. I reati attribuiti al parlamentare sono: concorso in falso, violazione della normativa bancaria e reimpiego di capitali.
“Nicola Cosentino è il referente politico nazionale del clan dei Casalesi”. E’ quanto scrive il giudice per le indagini preliminari di Napoli, Egle Pilla, nell’ordinanza che ha portato all’arresto di 57 persone e alla richiesta di autorizzazione alla Camera per il deputato Pdl .
Custodia cautelare per politici, imprenditori e bancari in tutt’ Italia.Tra gli altri destinatari dell’ ordinanza di di custodia cautelare, bisogna annoverare: l’avvocato penalista Arturo Campiello; l’ex sindaco di Casal di Principe, Cipriano Cristiano; gli ex assessori Luigi Corvino e Angelo Ferraro; i consiglieri comunali Antonio Corvino e Luigi Fichele; il consigliere della Provincia di Caserta Sebastiano Ferraro; i responsabili dell’ufficio tecnico comunale, architetto Mario Cacciapuoti e l’ingegnere Vincenzo Falconetti; il responsabile della filiale Unicredit di Roma Tiburtina, Cristoforo Zara; il responsabile della gestione crediti per il Sud Italia di Unicredit, Alfredo Protino, oltre a numerosi dipendenti dell’amministrazione comunale di Casal di Principe. Tra i destinatari del provvedimento, si legge nella nota di Cafiero de Raho – anche i maggiori esponenti del clan dei Casalesi, tra cui Nicola Schiavone, figlio di Francesco detto ‘Sandokan’, il genero di Francesco Bidognetti, Giovanni Lubello, capi e affiliati della potente famiglia Russo”.
Inoltre, tra i destinatari ci sono anche personaggi del mondo bancario e imprenditori attivi non solo in Campania, ma anche nel Lazio, in Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.
Indagato, presidente provincia di Napoli, Luigi Cesaro. Indagato, anche se per motivi diversi rispetto all’ affiliazione ai Casalesi, bisogna annoverare anche il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro che, secondo l’accusa, accompagnò Cosentino a Roma per sollecitare i vertici di Unicredit a concedere un credito a favore del clan, peraltro garantito da una falsa fidejussione. “Pochi giorni dopo tale intervento -si legge in un comunicato della Procura- il finanziamento, che fino a quel momento aveva incontrato ostacoli e rallentamenti, veniva sbloccato”. Il finanziamento ammontava a 5 milioni e mezzo di euro. All’epoca Cosentino era sottosegretario all’Economia. Per Cesaro tuttavia, non è stato né chiesto, né disposto, alcun provvedimento.