Camorra, blitz a Casalesi: 57 arresti e sequestro per 450 mln di euro

Scacco matto al clan dei Casalesi. Una vasta operazione effettuata dai carabinieri del Ros e denominata ‘Normadia 2’, ha portato in cella 57 persone ritenute affiliate all’organizzazione camorristica egemone nel casertano. Il blitz, effettuato alle prime luci dell’alba, ha interessato le province di Caserta, Napoli, Frosinone, Modena, Reggia Emilia e Catania. Oltre agli arresti, i militari della Guardia di Finanza hanno eseguito anche numerosi sequestri di beni mobili e immobili per un valore di 450 milioni di euro. Nel maxi sequestro rientrano ben 347 immobili, tra terreni e fabbricati, 148 aziende, 280 autovetture, tra cui una Ferrari ‘550 Maranello’ e una Ferrari ‘F 355’, oltre a 247 rapporti bancari e quote societarie per un valore pari circa 1 milione di euro. I reati contestati agli indagati sono associazione per delinquere di stampo camorristico, concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso e una serie di reati aggravati dalle finalità mafiose. Tra questi: esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, illecita concorrenza eseguita con violenze e minacce, truffa aggravata ai danni dello stato, frode informatica, riciclaggio, reimpiego di capitali, estorsione e intestazione fittizia di beni. Le ordinanze cautelari sono state emesse nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.

L’indagine di questa mattina è il prosieguo della prime inchiesta denominata ‘Normandia 1’. Nel luglio 2010 il blitz coinvolse 73 persone, 16 delle quali finirono in carcere, tra camorristi di spicco, come Nicola Schiavone figlio di Sandokan e l’ex primula rossa Antonio Iovine, soprannominato o Ninno, imprenditori, politici e pubblici funzionari come i prefetti Maria Elena Stasi e Paolino Maddaloni. Figura centrale nell’inchiesta era quella dell’imprenditore di Casal di Principe attivo nel settore dei rifiuti e consigliere regionale Udeur Nicola Ferraro, ritenuto vicino al clan fondato da Francesco Schiavone, già condannato lo scorso anno per quei fatti a 9 anni e 4 mesi di carcere per il reato di concorso esterno insieme al fratello Luigi, dipendente del Consorzio Unico di Bacino. Ieri, Ferraro, chiamato a deporre nel processo che vede imputato l’ex sindaco di Villa Literno e attuale consigliere regionale Enrico Fabozzi, accusato di concorso esterno in associazione camorristica, ha continuato a definirsi “una vittima del clan”.

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