Con le loro aziende, e per conto del clan guidato da Michele Zagaria, si sono accaparrati gli appalti dell’ospedale di Caserta, condizionandone la gestione. Per cinque imprenditori collusi, condannati in appello a pene dai sette agli otto anni di reclusione, e’ cosi’ scattata la confisca di beni e disponibilita’ finanziarie per oltre 6,5 milioni di euro, eseguita oggi dagli investigatori della Direzione Investigativa antimafia di Napoli su ordine della sezione misure di prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
I decreti sono stati notificati agli imprenditori casertani, attivi nel settore edile e tecnologico, Raffaele Donciglio di 53 anni, Vincenzo Cangiano di 38 anni, Orlando Cesarini di 74 anni Domenico Ferraiuolo di 69 anni e Luigi Iannone di 43 anni. La confisca ha riguardato beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti; gli stessi beni furono gia’ oggetto di sequestro negli anni 2015 e 2016. L’indagine che ha portato all’esecuzione dei decreti fu realizzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e travolse l’ospedale di Caserta, che fu anche sciolto per infiltrazioni camorristiche – primo e unico caso in Italia – e affidato in gestione per due anni ad una commissione nominata dal ministero dell’Interno.