Beni per circa 10 milioni di euro sono stati confiscati dal personale della Dia di Napoli a Salvatore Somma, detto ”o luongo’, capo dell’omonimo clan camorristico attivo nel Nolano e attualmente detenuto. La misura è stata adottata dal Tribunale partenopeo-Sezione misure di Prevenzione che ha anche disposto per Somma quattro anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, Piazzolla di Nola, e il versamento di una cauzione di 20mila euro. Le indagini condotte dalla Dia hanno permesso di accertare che molte attività imprenditoriali, tra le quali una intestata a Luigi Somma, fratello di Salvatore, e altre società riconducibili ai suoi familiari tra cui la moglie, Anita Luisa Sarmino, si servivano di consistenti flussi di denaro pubblico grazie all’autorità criminale riconosciutagli nella zona e servivano a riciclare soldi provenienti da estorsioni e usura. In numerosi atti giudiziari è stata dimostrata la feroce contrapposizione tra Somma e altri clan attivi nello stesso territorio dell’agro nolano per la conquista delle attività illecite, eliminando affiliati di gruppi diversi, riuscendo a imporsi anche con truffe, rapine, ricettazione e con l’acquisizione diretta o indiretta della gestione o comunque del controllo di attività economiche, concessioni e autorizzazioni, appalti e servizi pubblici. I beni confiscati, a Piazzolla di Nola e Saviano, nel Napoletano, sono: tre appezzamenti di terreno, un intero complesso residenziale; un appartamento; la totalità delle quote della società Sommatex; una ditta individuale di confezione e lavorazione di articoli di biancheria per la casa; un Fiat Ducato e cinque rapporti di deposito a risparmio, costituiti da quote azionarie della Banca Popolare dei Comuni Vesuviani.
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