“L’analisi delle evidenze investigative e giudiziarie fotografa il quadro di una Camorra piu’ che mai protesa a farsi impresa attraverso strumenti privilegiati quali la corruzione, il riciclaggio, l’intimidazione ambientale e le collusioni che ne derivano”. E’ quanto scrive la Dia nella Relazione semestrale relativa al periodo gennaio-giugno 2021. Si tratta di “una realtà criminale che si muoverebbe sul duplice piano dell’inabissamento e della concretezza, costruito sui traffici commerciali e mediante affari alimentati da una potenza economica assicurata principalmente dal traffico di droga. Tale ‘modus operandi’ garantirebbe una stabile presenza nel tessuto economico favorita dalla ricerca di servizi e di favori da parte di settori dell’imprenditoria privata talvolta inclini a facilitazioni che sfociano nell’illecito.
Allo stesso tempo la criminalità organizzata avrebbe raggiunto la consapevolezza di dover operare in modo silente per sottrarsi all’attenzione delle forze dell’ordine ricorrendo alla violenza esclusivamente per frenare ribellioni o infedeltà”. Nell’odierno scenario “la Camorra si confermerebbe composta da un difficile e complicato mosaico dove si intrecciano clan o federazioni di clan che esercitando una presenza invasiva sul territorio per il controllo e la gestione delle attività illecite risultano anche in grado di controllare in forma egemonica le attività economiche attraverso una silente strategia di infiltrazione/collusione nel mondo dell’imprenditoria e dei poteri pubblici, onde assicurarsi la gestione di importanti settori dell’economia legale. La capacità di tessere rapporti con il mondo imprenditoriale e delle istituzioni renderebbe persistente la minaccia di infiltrazione nel comparto degli appalti di opere pubbliche, poiché le imprese contigue alla Camorra possono disporre di ingenti risorse finanziarie provenienti dalle attività illecite e muoversi nei mercati di riferimento in posizione di vantaggio rispetto alle imprese ‘sane’, peraltro utilizzando sistemi corruttivi o di intimidazione nei confronti di amministratori e pubblici funzionari al fine di condizionare le procedure di gara”.