Campagna elettorale e legge Fornero

La legge Fornero sulle pensioni è una delle principali materie dello scontro elettorale in corso. C’è chi promette di abolirla, chi di ammorbidirla e chi sostiene che gli interventi realisticamente fattibili sono limitati, pena sballare i conti dello Stato.

‘Serve l’abolizione di tante leggi, tra queste c’è sicuramente la legge Fornero e abbiamo visto come Salvini si sia venduto per qualche poltrona e rinneghi l’abolizione di questa legge’, ha detto il candidato premier di 5Stelle Luigi Di Maio a margine del convegno sulla sburocratizzazione organizzato al Palazzo delle Stelline a Milano.

La critica di Di Maio è riferita alla contraddizione sull’averla votata per poi abolirla e non all’abolizione in sé, dal momento che lo stesso leader del M5s lo scorso dicembre a In mezz’ora su Rai Tre (min. 26’00”) ha parlato della proposta di eliminare e superare la legge Fornero entro il 2023.

La riforma realizzata dal governo Monti nel 2011 continua a far parlare di sé ed è tornata al centro dell’opinione pubblica dopo che numerosi esponenti politici, già in clima da campagna elettorale, hanno rispolverato l’argomento, con intenzioni opposte.

‘La legge Fornero è stata preparata in 20 giorni e approvata con larga maggioranza. Non si dice mai che la legge ha anche degli effetti positivi’,  dice  Elsa Fornero, su Radio 1, tornando a sottolineare che la riforma delle pensioni era necessaria. E quando da Arcore viene fuori il concetto `aboliamo la Fornero´, mi vengono in mente due cose: la prima è che c’è una paranoia da parte del segretario della Lega e poi che c’è una certa ambiguità nella formulazione di questo concetto: Berlusconi sa che la legge Fornero dal punto di vista finanziario non si può abolire se il Paese non si vuole suicidare.  Mi rincresce che non ci sia stato tempo di fare dei tagli a certi privilegi, a mio avviso anche anticostituzionali. Di Maio non ha torto quando dice che si può intervenire sulle pensioni d’oro’.

L’ex ministra ammette dunque che qualche modifica è auspicabile: ‘Certo, si può modificare, il contenuto non è perfetto: l’Ape social per esempio è un aggiustamento che migliora la legge Fornero. Si parla sempre male di questa legge ma si dimentica sempre che non si poteva continuare così. La riforma era necessaria ed è questa la grande ipocrisia. Sono convinta che Berlusconi, sia per l’esperienza di governo che ha avuto, sia per l’esperienza di imprenditore, conosca bene la realtà economica, e sappia distinguere tra le cose che sono possibili e quelle che sono nel migliore dei casi delle battute buttate lì’. 

Ha un’esperienza di governo che non è quella di Salvini,   ha proseguito l’ex ministra,  e siccome non penso ci siano delle grandi prospettive per il Paese, penso ci sia bisogno della saggezza di molti e tra questi ci metterei anche Berlusconi, che mi sembra comunque, invecchiando, essere diventato più saggio di quanto forse non sia stato come uomo di governo. E quindi anziché fare i processi al passato, io credo che bisogna guardare al futuro e il futuro del nostro Paese che, io mi auguro, sia messo nelle mani di persone sagge, magari raccogliendole da partiti diversi e da partiti che oggi non si guardano molto.

‘Con la sua pessima legge ha rovinato la vita a milioni di italiani. Con orgoglio dico che la cancellerò al primo consiglio dei ministri che faremo. Così piangerà, questa volta davvero’, scrive in una nota il segretario della Lega e candidato premier Matteo Salvini, riferendosi al pianto dell’allora ministra quando presentò insieme a Monti il suo provvedimento sulle pensioni.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si mette in gioco candidandosi con il Pd e sulla legge Fornero non vede grandi spiragli: ‘Ogni partito  cercherà di conquistare la fetta di consenso la più ampia possibile, ma non tutte le promesse sono realizzabili. Abolire, come proposto dal centrodestra, la legge Fornero sarebbe un errore, costerebbe centinaia di miliardi di euro e a farne le spese, in termini di debito pubblico o di inevitabili ingenti tagli in altri campi, probabilmente servizi pubblici, sarebbero comunque gli italiani’.

No, ministro Padoan,  risponde la parlamentare savonese del Pd Anna Giacobbe su Facebook,  la legge Fornero non è un pilastro del sistema previdenziale; è stato un pilastro della manovra del 2011 per salvare l’Italia dalla crisi finanziaria. Quello che è stato risparmiato allora non è servito a dare stabilità al sistema, ma a coprire una quota consistente di debito pubblico. E i risparmi reali sono stati maggiori di quelli dichiarati allora. In questi anni siamo riusciti a riportare nel sistema previdenziale un po’ di risorse per sanare le ingiustizie più gravi. Ma molto rimane da fare. E noi del gruppo Pd della Commissione Lavoro, che in questi anni ce ne siamo occupati, un’idea precisa di cosa fare ce la siamo fatta, realistica, ma innovativa, giusta per le persone e in grado di dare sostenibilità economica ed anche sostenibilità sociale al sistema. Nel Pd c’è chi ci ha lavorato e cominciato a costruire ipotesi e proposte. Ministro Padoan, con rispetto: la legge Fornero non è la ‘nostra legge’.

La riforma Fornero prevede che le pensioni siano calcolate con metodo contributivo (anche per chi ancora godeva del metodo retributivo secondo la riforma Dini del 1995) e siano connesse alla prospettiva di vita con un ricalcolo ogni due anni (tre fino al 2017). Di fatto la riforma ha anticipato l’entrata in vigore di alcuni criteri già preesistenti, tra i quali l’innalzamento dell’età pensionistica, comprese le donne.

Roberto Cristiano

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