Matteo Salvini of the ÒLega - Fratelli dÕItalia - Forza ItaliaÓ Parliamentary Groups of the Senate of the Republic and the Chamber of Deputies arrive for a meeting with Italian President Sergio Mattarella at the Quirinale Palace for the first round of formal political consultations following the resignation of Prime Minister Giuseppe Conte, in Rome, Italy, 29 January 2021. ANSA/ANGELO CARCONI

Campagna referendaria e Pd: ‘I referendum non trovano sbocchi’

«In un solo weekend di luglio, con 40 gradi, sono state raccolte più di 100mila firme. Da oggi è possibile firmare con calma e al fresco in tutti i comuni italiani e quindi l’obiettivo del milione di firme sarà ampiamente superato». A parlare è Matteo Salvini, da Pescara, dove i cittadini fanno la fila anche di lunedì in uno dei banchetti organizzati dalla Lega per la raccolta firme per i referendum sulla giustizia giusta. Bisogna arrivare a 500mila sottoscrizioni entro il 30 settembre, ma i promotori contano di superare il milione prima della fine dell’estate. «È un referendum non di partito, ma di giustizia – sottolinea Salvini – certezza della pena: chi sbaglia paga. Abbiamo visto giusto, la firma che avete messo o metterete è una firma rivoluzionaria, democratica, pacifica».

Come si evince dai numeri dei primi gazebo la linea dei firmatari  è  a favore della campagna referendaria promossa  coppia Lega-Radicali.

Il Pd non appoggia l’iniziativa sui sei quesiti del referendum e fa mancare il suo appoggio all’iniziativa giustificandolo con le parole di Enrico Letta: ‘Il referendum è uno strumento di lotta politica, ma non va da nessuna parte’.

Per Matteo Renzi i referendum possono dare ‘una spinta decisiva’ alla riforma Cartabia mentre  Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, in un’intervista al Riformista dichiara. ‘Qui non serve a nulla dividersi per l’ennesima volta in garantisti e giustizialisti,  riconosco alcuni temi di merito dei quesiti, ma colgo tutta la strumentalità dell’iniziativa della Lega’. A suo dire  Salvini vuole intralciare la riforma della giustizia della Guardasigilli Marta Cartabia.

Paolo Mieli, editorialista del Corriere della Sera e due volte direttore del quotidiano di via Solferino,  annuncia il suo sì ai referendum e smonta tutta la linea del Pd: ‘Senza la spinta dei quesiti referendari temo che il lavoro della Guardasigilli finisca nelle secche. Se l’avversario finisce nei guai giudiziari, il Pd fa festa e ci marcia sopra’.

Ettore Maria Colombo, giornalista politico del Quotidiano Nazionale individua nel libro intervista di Alessandro Sallusti con Luca Palamara un momento decisivo per fare aprire gli occhi a tutti sulle storture del sistema della giustizia: ‘I sei referendum non cozzano con la riforma della Giustizia targata Marta Cartabia’.

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