Dopo una lunga battaglia condotta da pizzaioli, ristoratori, pasticcieri, rosticcieri, gastronomia e titolari di bar, con i loro dipendenti, giornalisti di settore e consumatori, De Luca firma una severa ordinanza della Regione per la consegna del cibo a casa da lunedì prossimo, 27 Aprile. Concessione pure per librerie e cartolibrerie
Napoli. Il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha finalmente firmato l’attesissima ordinanza sulla consegna a domicilio di pizza e cibi pronti.
Dopo un’estenuante battaglia, pur con notevoli paletti, viene ripristinato il delivery e i cittadini campani che avevano massicciamente protestato attraverso i social, riescono ad ottenere il ripristino della consegna a casa del simbolo gastronomico per eccellenza di Napoli: la pizza e con essa le gustose specialità della Cucina partenopea e campana famose nel Mondo, inoltre, le delizie di pasticcerie e bar della Regione Felix per eccellenzaCi sono voluti infiniti appelli, interminabili richieste e una trattativa incredibile per giungere alla “fumata bianca” e ottenere quello che è però già consentito nelle altre regioni della nostra Nazione. Così con quest’ordinanza che ha richiesto l’attenzione e i tempi di un laborioso conclave, riparte il 27 aprile – quindi una settimana prima della data fatidica del 4 maggio – pure se con notevoli limitazioni che hanno comunque generato perplessità, la consegna di cibo a domicilio, da parte dei locali ristorativi campani, pizzerie in testa, pasticcerie e bar che, da lunedì prossimo 27 aprile, potranno effettuare il delivery. Il sevizio a domicilio permetterà ai titolari di tamponare almeno in minima parte le gravi perdite economiche che hanno messo in ginocchio il settore e posti a rischio migliaia di posti di lavoro. Si ricomincerà a lavorare, presumibilmente con turnazioni o comunque con organico necessariamente ridotto, per motivi precauzionali anti contagio e pure perché l’impegno necessario sarà ovviamente inferiore per la ridotta domanda, giacché l’attività potrà basare esclusivamente sulle consegne
Comunque questo rappresenta un importante traguardo per il settore al quale appartengono migliaia di pizzaioli e ristoratori campani, che dopo oltre un mese di chiusura e conseguentemente di mancati guadagni, si trova a dovere reggere di una crisi inimmaginabile e durissima che ha messo a rischio l’occupazione dipendente quanto che stesse attività Mantenere tutto il personale in organico prima dell’emergenza, sarà purtroppo alquanto difficile e la lunga serrata, prima imposta dal Governo e poi pure prorogata da De Luca ha provocato perdite economiche fortissimeDopo un’approfondita riunione della task force regionale anti-coronavirus, è stata di fatto almeno parzialmente accolta dal governatore regionale la richiesta dei ristoratori, supportata da motivate sollecitazioni avanzate dagli organi di categoria. Più vinte è stato garantito dai diretti interessati l’osservanza delle normative vigenti nelle altre regioni italiane dov’è il delivery è normalmente consentito. In questo il presidente non ha fatto certi sconti, tutt’altro. E lo ha scandito a chiare lettere lo stesso governatore: “è questo un primo passo e un primo segno di rilancio delle attività economiche, secondo una linea di responsabilità e di prudenza, che richiede, da parte di tutti, il rispetto rigoroso delle regole di tutela della propria e dell’altrui incolumità” Ha inoltre sottolineato che “il provvedimento è articolato in maniera da diluire la mobilità nel corso della giornata ed evitare assembramenti” e ha tassativamente avvertito che: “sarà fondamentale rispettare tutti i dispositivi di sicurezza, pena sanzioni severe a carico degli inadempienti”. Dispositivi che si teme non consentiranno a tutti l’agognata ripresa dell’attività, per quanto parziale
Già il sostanziale divario tra le norme vigenti in materia in Campania rispetto a tutti il resto d’Italia ha suscitato un’infinità di polemiche e provocato molte inevitabili discussioni già da prima di Pasqua, soprattutto in considerazione appunto del gravissima crisi. A protestare sono stati, i diretti interessati così come un esercito di utenti, i giornalisti di settore supportati praticamente da tutti gli organi d’informazione più seguiti, a sostegno dei penalizzati.
De Luca si è dichiarato a più riprese contrario alla consegna domiciliare di pizza e piatti pronti, rivendicando la necessità del fermo imposto e motivando il suo diniego con l’indispensabile prudenza dettata dal timore di non riuscire a contenere il contagio. Ma, i segnali incoraggianti proprio sul fronte dei contagi, ha spinto la Regione Campania ad attuare questa parziale e limitatissima ripresa dell’attività ristorativa, riservata strettamente al delivery, con condizioni molto severe che taglierebbero fuori una parte delle aziende regionali.
Di più non si è potuto ottenere, nonostante le associazioni di categoria, unite in una dura battaglia per la tutela di moltissimi posti di lavoro a rischio e per la stessa sopravvivenza delle attività ristorative regionali, si sono confrontate sul trasporto a domicilio, ribadendo con dati alla mano che poteva essere assicurato anche in Campania come altrove, fermo restando le precauzione sanitarie fondamentali, ricordando tra l’altro che la pizza viene cotta in forno a temperature altissime così come i dolci e i cibi sono cotti a calore comunque forte, prevalentemente in olio bollente, incominciando dalle fritture e i soffritti.
Molte polemiche su sino scatenate proprio da parte dei consumatori, perché tante panetterie, rimaste regolarmente in funzione durante il periodo d’emergenza, hanno provveduto pure a vendere la pizza, cosa che non avrebbe dovuto accadere, mentre i Perché non allora i pizzaioli sono stati costretti alla chiusura. Stessi discorsi d’igiene e garanzia per ristoranti, pasticcerie e bar dove pure i prodotti sono preparati ad alta temperatura.
Garantita anche l’apertura di librerie e cartolibrerie. Le nuove disposizioni entrano in vigore dal prossimo lunedì. Si è giunti all’ individuazione di orari e modalità di prenotazioni on line e pure per questo settore su è deciso di consentire la consegna a domicilio.
Teresa Lucianelli