Campania ancora zona gialla secondo quanto deciso dal Ministero della Salute in attesa della relazione degli ispettori inviati dal ministro Roberto Speranza che nelle ultime 24 ore hanno visitato gli ospedali di Napoli per appurarne la situazione.
Intanto nella notte tra martedì e mercoledì quattro pazienti sono morti in ambulanza mentre attendevano il ricovero in ospedale e un uomo, positivo al coronavirus e affetto da polmonite, che dopo un video-denuncia pubblicato sui social e un appello ai carabinieri è riuscito a trovare un posto letto per farsi curare. A scarseggiare sono infatti i posti letto di degenza e non quelli di terapia intensiva oltre al personale medico che è, come più volte ribadito dallo stesso governatore Vincenzo De Luca, ampiamente sottorganico.
Sono giorni di caos totale al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, comune in provincia di Napoli. Uno dei presidi più esposti dell’area metropolitana partenopea. Personale sanitario allo stremo, operatori del 118 in attesa per ore nel cortile del nosocomio con a bordo pazienti covid-positivi che sono deceduti mentre attendevano che si liberasse un posto letto.
Una situazione al collasso, così come in altri ospedali di Napoli (Cardarelli, Cotugno e Ospedale del Mare), che potrebbe spingere la direzione sanitaria dell’ospedale stabiese ad allestire nuovi posti letto di degenza nella chiesa dell’ospedale. Tra le persone decedute in ambulanza il più giovane è un 44enne di Torre Annunziata.
Intanto l’appello fatto dalla moglie di un uomo positivo al coronavirus e affetto da polmonite è stato accolto solo dopo un video-denuncia via social e l’intervento dei carabinieri. L’uomo, il signor Michele L., è rimasto in attesa per ora all’interno della propria auto.
La moglie, Rosa, ha spiegato quanto accaduto alla trasmissione la Radiazza, in onda su Radio Marte, condotta da Gianni Simioli con la collaborazione del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.
“Mio marito è risultato positivo al covid nella giornata di sabato 7 novembre ma le condizioni si sono via via aggravate, così nella serata di ieri (10 novembre, mi sono decisa a portarlo in ospedale, al San Leonardo, dove però non ci hanno fatto entrare. Mio marito è stato così costretto in auto, noi eravamo gli unici in quello stato, e nessuno è mai venuto da noi per verificare le condizioni di Michele. Così presa dalla rabbia ho girato e pubblicato quel video-denuncia ed in seguito ho telefonato ai carabinieri, solo allora ci hanno fatto entrare. Mio marito è stato dapprima fatto accomodare su una sedia a rotelle ed in seguito su una barella”.
“Faccio presente che Michele soffre di bronchite asmatica e quindi necessiterebbe di particolari attenzioni ed invece siamo stati completamente ignorati” prosegue la donna che poi racconta di alcuni soggetti che sono stati accolti nell’ospedale per conoscenze personali passando davanti al marito. “Dicevano che avevano la saturazione bassa e per questo li hanno ricoverati subito ma a mio marito non l’hanno mai misurata”.
“Siamo molto perplessi, per avere assistenza medica non si dovrebbe essere costretti a ricorrere a video-denuncia o a chiamare le forze dell’ordine” dichiarano Borrelli e Simioli. “Nonostante il momento difficile che stiamo attraversando nessuno può essere trattato in questo modo ed essere trascurato negandogli la dovuta assistenza medica, così si è messa a repentaglio la vita di un uomo. Abbiamo inviato una nota alla direzione ospedaliera del San Leonardo per avere chiarimenti sulla vicenda, ciò che è accaduto sarebbe molto grave. Sappiamo il duro lavoro che stanno facendo in questo ospedale come negli altri per fornire il massimo dell’assistenza soprattutto in un momento così drammatico e per questo ci siamo meravigliati dell’accaduto. In questo momento d’emergenza continueremo a seguire tutte le vicende sanitarie e ad offrire supporto a tutti coloro che ne avranno bisogno”.