L’associazione dei consumatori Aduc rilancia il rischio di un rialzo vertiginoso del tributo sulla televisione
Con la rimozione dalla bolletta a partire dal 2023, il canone Rai potrebbe subire un’impennata: dai 90 euro attuali fino ad arrivare a pagare anche 300 euro. La possibilità è stata rilanciata dall’associazione dei consumatori Aduc, prendendo a riferimento gli scenari ricostruiti da alcune testate in merito al futuro del tributo sulla televisione pubblica.
Canone RAI non più in bolletta: la riforma dal 2023
A preoccupare l’associazione dei consumatori sarebbero le dichiarazioni dell’ad della Rai, Carlo Fuortes, alle prese con la crisi che attanaglia le casse della televisione pubblica, per il quale “è assolutamente indispensabile che gli introiti da canone non diminuiscano. Noi abbiamo ragionato, già da agosto, sulle entrate da canone di Rai. Un canone che è il più basso e del quale una parte, pari a circa il 14%, non arriva all’azienda”.
Sul tema dell’esclusione dalla bolletta del canone televisivo, l’ad di Viale Mazzini ha detto che “l’azienda è un soggetto passivo. Ci dobbiamo uniformare a quanto deciso da governo e Parlamento”.
Sta di fatto che né l’esecutivo né il Parlamento hanno deciso come si pagherà la TV pubblica.
Il legislatore si è limitato finora a dare il via libera a un ordine del giorno sul Dl Energia, approvato alla Camera, per dare seguito all’impegno che l’Italia aveva con l’Ue di scorporare il canone Rai dalla bolletta, a partire dal 2023 (qui abbiamo spiegato come cambia il canone Rai dal 2023).
Viene infatti da Bruxelles l’indicazione di eliminare dal pagamento della luce in quanto “onere improprio“, non direttamente collegato alla fornitura della corrente elettrica.
Ma ancora è da stabilire quale strumento sarà applicato per pagare il canone(qui le ultime ipotesi su come si pagherà il canone).
Quale che sia il metodo di riscossione, il pagamento del tributo sulla TV in bolletta rappresenta un minimo di garanzia sulle entrate della Rai che presentata una posizione finanziaria netta in perdita per 604 milioni a fine 2020 con un rosso di -317,3 milioni nel semestre. Toglierlo sarebbe un grande rischio per le casse di Via Mazzini.
Nelle precedenti audizioni in commissione di vigilanza, Fuortes aveva evidenziato dal 2008 al 2020 una perdita della TV pubblica per 702 milioni di euro di ricavi: un calo del 22% in tredici anni riconducibile secondo l’ad “alla riduzione delle entrate pubblicitarie, per 609.8 milioni di euro, e di altre entrate commerciali”.
Il pagamento in bolletta del canone, deciso nel 2016 dal governo Renzi, aveva portato a una riduzione dell’evasione sul tributo.
Fino al 2015 costava 113 euro l’anno e si poteva pagare con un bollettino postale, in tabaccheria o via telefono con carta di credito o debito, con la possibilità di dividere la spesa in una rata annuale, in due rate semestrali o quattro rate trimestrali.
Con la riforma il costo è stato abbassato a 90 euro e addebitato a ciascun cliente intestatario di un’utenza di energia elettrica nell’abitazione di residenza, con un importo addebitato per famiglia anagrafica, indipendentemente dal numero di televisori posseduti, suddividendolo in 10 rate mensili da gennaio ad ottobre.
Il canone si può pagare anche con addebito sulla pensione facendo richiesta al proprio ente pensionistico entro il 15 novembre dell’anno precedente a quello cui si riferisce l’abbonamento. L’agevolazione riguarda tutti i cittadini, titolari di abbonamento alla televisione, con un reddito di pensione, percepito nell’anno precedente a quello della richiesta, non superiore a 18mila euro (qui abbiamo spiegato chi ha diritto allo sconto sul canone).
Canone RAI non più in bolletta: le stime
La cifra di un aumento ipotizzato intorno ai 300 euro del canone TV sarebbe stata stimata sulla base del paragone con altri Paesi europei: in Austria ad esempio la televisione pubblica costa dai 250 ai 320 euro l’anno, a seconda del reddito familiare, mentre il Regno Unito chiede 145,50 sterline pari a circa 175 euro l’anno e Francia e Germania fanno pagare per il canone televisivo rispettivamente 133 e 215 euro