Canone Rai via dalla bolletta

L’importo del canone Rai dovrebbe presto sparire dalle voci citate nella bolletta elettrica a partire dal 2023. Pochi giorni fa è stato infatti dato il via libera a un ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia (Gruppo Misto) al decreto energia approvato alla Camera. L’ordine del giorno è stato prima accettato dal governo come raccomandazione e poi accolto con riformulazione.

La nuova modalità di pagamento del canone è però ancora oggetto di discussione e vede sul tavolo varie ipotesi. C’è chi suggerisce di seguire il modello francese e chi quello israeliano, mentre altri parlano di riscossione tramite agenzie di recupero crediti come avviene ad esempio in Regno Unito e Svizzera.

Canone Rai in bolletta dal 2016

Se il Governo sceglierà di muoversi verso lo scorporo dalla bolletta, il canone di certo non sparirà. Tuttavia dovrebbe diventare “più leggero” per i contribuenti nel 2023, inferiore di circa 90 euro all’anno in media. Non poco, considerando l’attuale rincaro che interessa il settore energetico.

Il canone Rai si paga in bolletta dal 2016, dopo una decisione molto discussa presa dal governo Renzi. Fino al 2015 era possibile pagarlo con un bollettino postale, in tabaccheria o via telefono con carta di credito o debito. All’epoca però la spesa poteva essere divisa solo in una rata annuale, in due rate semestrali o quattro rate trimestrali.

È possibile dunque che dal 2023 si torni al modello precedente, ovviamente con nuovi sistemi di pagamento.   Un’ipotesi, quella del pagamento “volontario”, che però potrebbe alimentare il fenomeno dell’evasione. In passato quest’ultimo sfiorava il 30%, determinando un ammanco nelle casse della Rai di centinaia di milioni di euro ogni anno.

Dal modello francese a quello inglese: le ipotesi percorribili

Attualmente le ipotesi e le alternative sul pagamento del canone sono le più varie. La prima in lista è “copiare” la modalità in atto in Francia, dove la voce è stata equiparata a una tassa aggiuntiva sulla prima casa, con versamento tra il 15 e il 25 novembre di ogni anno. C’è poi la possibilità di trasformare il canone in una tassa sul possesso di un’auto, secondo il modello vigente in Israele. O ancora affidare la riscossione dell’imposta a società di recupero crediti, come avviene invece nel Regno Unito o in Svizzera.

Restando sempre all’estero, spicca anche una possibilità che però sembra la meno percorribile in Italia: addio canone. È la strada imboccata tra gli altri da Svezia, Norvegia, Finlandia, Belgio, Olanda e Spagna. In questi Paesi si adotta un meccanismo più diretto, secondo il quale lo Stato decide quanti soldi sono necessari alle reti pubbliche e gli assegna direttamente. Nel nostro caso, la Rai sarebbe destinataria di un assegno statale di circa 1.630 milioni di euro.

Pagamento inserito nel 730?

L’eliminazione del canone Rai dalla bolletta elettrica risponde alle richieste avanzate dall’Unione Europea, la quale definisce la voce un “onere improprio”, in quanto non legato ai consumi energetici. In pratica un intruso, che sta dove non dovrebbe stare.

Ecco perché tra le ipotesi di pagamento, spunta anche quella che vorrebbe inserire l’imposta televisiva nell’elenco del 730. Qualunque sarà la soluzione finale, dovrà prima passare dal dibattito parlamentare relativo alla prossima Legge di Bilancio.

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