Caos migranti tra Salvini e Merkel

‘Il caos libico avrà ripercussioni sulle nostre coste. Bisogna essere vigili Tempi più rapidi e minori costi, ora siamo al lavoro per aumentare espulsioni, cosa che chi mi ha preceduto purtroppo non ha fatto’,   afferma il ministro dell’Interno Matteo Salvini in una intervista alla radio ‘Deutsche Welle’. Il caos libico potrebbe infatti presto trasformarsi in una nuova ondata di immigrati pronti a salpare verso le coste italiane. Una vera e propria bomba-immigrazione di fronte alla quale bisogna tenersi pronti con regole certe. Quello che dobbiamo fare è aiutare queste persone in modo che non fuggano dai loro paesi. L’Italia deve essere la protagonista del processo di stabilizzazione del Mediterraneo e le incursioni di altri che hanno interessi economici non devono prevalere sul bene comune che è la pace. Anche io personalmente sono disponibile a correre qualche rischio e a tornarci presto, perché è troppo importante una Libia finalmente pacificata’.

Per quanto riguarda gli immigrati già sbarcati illegalmente nel nostro Paese, il ministro dell’Interno è deciso a proseguire con la linea del rigore. Dunque con le espulsioni: ‘Ora siamo al lavoro per aumentare espulsioni con tempi più rapidi per cacciare i clandestini e minori costi sul diritto di asilo. 

Nel mirino di Salvini c’è  la cancelliera  tedesca. Angela Merkel, rea di avere sottovalutato le ricadute sociali dell’immigrazione: ‘Il governo tedesco ha sottovalutato il problema per anni e l’emergere di Alternative für Deutschland’. Salvini si riferisce  alla piazza gremita a Chemnitz, dove i partiti anti immigrati hanno protestato contro la Merkel.

L’Italia continuerà a lavorare alla conferenza sulla Libia che dovrebbe svolgersi a novembre e su cui il governo punta per mantenere un ruolo privilegiato nel Paese. Già la missione dell’Onu nel Paese nordafricano ha invitato le varie parti interessate dal conflitto a un incontro allargato. Intanto sul terreno resta alta la preoccupazione per i circa 430 italiani che si trovano in Libia. Fonti qualificate riferiscono che domenica sera sono stati evacuati dieci tecnici dell’Eni e diversi diplomatici dell’ambasciata. La rappresentanza di Tripoli resta comunque aperta, assicurano dalla Farnesina, anche se con una ‘presenza flessibile’, vale a dire con meno personale rispetto al solito.
Le affermazioni di Salvini  segnano senz’altro una nuova sorgente di polemiche in una battaglia politica che avrà il suo punto di caduta nelle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del maggio dell’anno prossimo.

Antonella Di Pietro

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