Strage Capaci, Napolitano: “Italia ferocemente colpita”

Oggi a Palermo è il giorno di Falcone. Il suo ricordo è ancora vivo in quanti continuano a credere che sconfiggere la mafia non sia solo un’utopia.  Una memoria viva neianche nei tanti giovani che a bordo delle navi della della legalità ‘Giovanni Falcone e Paolo Borsellino’,  provenienti rispettivamente da Civitavecchia e Napoli, sono giunti nel capoluogo siciliano.

Presente a Palermo anche il presidente del Senato : “Abbiamo vinto la sfida del meteo, siamo qui insieme a voi”. Grasso ha così  salutato  i ragazzi siciliani,  che hanno accolto con uno sventolio di bandierine tricolore e con le note dell’Inno di Mameli i coetanei arrivati da tutta Italia nel capoluogo siciliano. Sul palco dopo di lui ha preso la parola anche Don Ciotti imbarcato sulla Nave proveniente da Napoli per esortare tutti a tenere viva la memoria dei due magistrati e di tutte le vittime della mafia.

Il presidente del Senato è stato ricevuto dalla sorella del giudice Falcone, Maria, e ai giornalisti che gli chiedevano se da presidente del Senato fosse diversa la partecipazione a questa iniziativa annuale, Grasso ha risposto: “é la stessa emozione di sempre. La mia nuova funzione non può cambiarla”. Grasso ha poi sottolineato l’importanza per i giovani della partecipazione alle celebrazioni del 23 maggio. “Sono ormai 21 anni che i giovani vengono a Palermo per questa iniziativa  e mi capita di incontrare giovani ormai laureati che mi dicono come questa giornata abbia lasciato loro un segno indelebile”.

“Sarebbe stato bello se Giovanni e Paolo avessero avuto questa compagnia in vita”. Si è rivolto così Nando Dalla Chiesa agli studenti palermitani e a quello arrivati da tutta Italia a Palermo per l’anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. E rivolgendosi a Maria Falcone, che gli aveva ceduto la parola, l’ha chiamata professoressa, perché, ha spiegato, “voglio valorizzare il ruolo della scuola”. Maria Falcone, sorella del magistrato vittima della strage di Capaci, tiene a precisare di avere “sempre avuto fiducia nei magistrati”, essendo però consapevole che loro hanno bisogno di avere riscontri giudiziari nelle loro indagini e che quindi non possono cercare un’astratta verità. “Io spero – ha quindi aggiunto Maria Falcone – che presto ci sia qualcuno che ci dica tutta la verità. Anche Toto Riina, chissà…”.

Alfano: “Falcone uomo delle idee che restano”. “L’intuizione fondamentale che ebbe Giovanni Falcone fu quella che per colpire realmente i mafiosi occorresse aggredire i loro soldi ed oggi le sue idee sono leggi dello Stato che hanno dato straordinari risultati”. Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, intervistato da Uno Mattina, ricorda il magistrato nell’anniversario della strage di Capaci. “Il mafioso – ha sottolineato Alfano – è un imprenditore criminale che nel rischio di impresa mette in conto la possibilità di perdere la libertà, ma non i propri soldi. L’intuizione di Falcone fu quindi quella di puntare ad aggredire il patrimonio dei mafiosi per indebolirli”. Falcone, ha proseguito il ministro, “diceva anche che gli uomini passano ma le idee restano e camminano sulle gambe di altri uomini. Così è stato per le intuizioni di Falcone: oggi abbiamo un conto corrente statale (il Fondo unico di giustizia) dove confluiscono i soldi sequestrati alla criminalità organizzata e vengono poi assegnati ai ministeri della Giustizia e dell’Interno. Dunque – ha aggiunto – i soldi della mafia vengono usati contro la mafia”. Oggi, ha detto ancora il titolare del Viminale, “abbiamo la legislazione contro la mafia più avanzata del mondo ed apprezzata da tutti i paesi, ma la mafia si evolve e forse in futuro ci sarà la necessità di aggiornamenti legislativi”.

Napolitano: “Italia ferocemente colpita dalla strage”. “Le immagini dello spietato agguato restano indelebili nella memoria degli italiani, rinnovando l’angoscia di quel giorno e il ricordo commosso del sacrificio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, addetti alla loro tutela”. E’ quanto scrive il presidente ella Repubblica  nel messaggio inviato alla professoressa Maria Falcone, in occasione del 21° anniversario della strage di Capaci. “L’attentato, replicato a distanza di poco più di un mese da quello in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, aggiunge il Capo dello Stato, rappresentò  uno dei momenti di massima violenza eversiva dell’attacco della mafia allo Stato . L’Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi che sacrificarono la loro vita a difesa della legalità e della democrazia. La battaglia e l’esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino diedero i loro frutti”, si legge ancora nel messaggio. “Le indagini e gli interventi della Magistratura e delle Forze dell’ordine consentirono di contrastare con ancora maggiore efficacia vecchie e nuove forme di penetrazione e aggressione criminale. L’impegno prosegue instancabilmente con rinnovati successi e vede unite le forze politiche e sociali”, aggiunge ancora il Capo dello Stato

 

Letta:” Lotta alla mafia obiettivo della nostra azione”. Anche il premier Enrico Letta ha reso omaggio a Falcone, aprendo il suo intervento all’assemblea di Confindustria ricordando la figura del magistrato assassinato dalla mafia 21 anni fa, salutato da una standing ovation della platea. ”Oggi – ha detto – è un giorno in cui ognuno di noi deve mettere tutta la determinazione perché la lotta alle mafie risulti essere l’obiettivo principale della nostra azione”.

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