E’ durato cinque ore e si e’ concluso a tarda sera l’interrogatorio di garanzia dell’ex direttrice del carcere di Reggio Calabria Maria Carmela Longo arrestata il 25 agosto per concorso esterno con la ‘ndrangheta. L’indagata, che fino a pochi giorni fa ha guidato la sezione femminile del carcere di Rebibbia ha risposto alle domande del gip Domenico Armoleo e dei due sostituti procuratori della Dda Stefano Musolino e Sabrina Fornaro. Assistita dall’avvocato Giacomo Iaria, Maria Carmela Longo si e’ difesa dall’accusa di aver favorito boss e luogotenenti dei clan reggini detenuti nel carcere di Reggio Calabria.
“La dottoressa Longo – ha spiegato il legale – contesta di aver favorito alcuno e di aver creato un regime preferenziale. Il concorso esterno presuppone che la mia assistita avesse coscienza di favorire la ‘ndrangheta. Ma non e’ stato cosi’ tanto e’ vero che tutte le ispezioni fatte al carcere non si sono tradotte in procedimenti disciplinari. Che a Reggio Calabria ci potesse essere la possibilita’ per i detenuti di collocarsi in una sezione piuttosto che in un’altra e’ vero, ma che questo sia funzionale a favorire la ‘ndrangheta e’ tutto da dimostrare. La dottoressa Longo ha sottolineato, inoltre, ha sempre operato di intesa con gli organi superiori dai quali ha ricevuto assensi e riconoscenze”. L’avvocato Iaria non ha formulato al gip la richiesta di revoca degli arresti domiciliari ma “alla luce dell’interrogatorio di garanzia – conclude il difensore – il prossimo passaggio sara’ il Tribunale della Liberta’ dove discuteremo non solo delle esigenze cautelari ma anche della gravita’ indiziaria”.