Carceri: Sardegna al collasso senza personale, appello al ministero

Restano solo quattro i dirigenti in servizio nelle 10 case di reclusione della Sardegna e si aggrava la carenza nell’organico del distretto penitenziario dell’isola. L’emergenza, piu’ volte denunciata dai sindacati della polizia penitenziaria, stavolta e’ segnalata al ministero della Giustizia direttamente dal provveditore regionale Maurizio Veneziano, con una nota inviata ieri al capo del Dap a Roma e al direttore del personale. La diagnosi e’ lapidaria: “La situazione, che gia’ era drammatica, sta progressivamente e inesorabilmente diventando surreale”, scrive il provveditore. “Si chiede pertanto un intervento risolutivo”. A giorni resteranno senza guida il carcere di Tempio Pausania e la colonia penale di Mamone, con il trasferimento a Vallo della Lucania dell’attuale dirigente, Caterina Sergio. I quattro dirigenti superstiti sono Pierluigi Farci, che regge il carcere di Massama (Oristano) e anche l’Ufficio Affari generali del Provveditoriato regionale (Prap); Mario Porcu, direttore della casa circondariale di Uta (Cagliari) e reggente di quelle di Isili e Lanusei; Patrizia Incollu, che ha la responsabilita’ di Badu ‘e Carros (Nuoro) e, come reggente, di Bancali a Sassari; ed Elisa Milanesi, in carica ad Alghero e reggente della colonia penale di Is Arenas. I dirigenti ‘superstiti’ non riescono neppure a godere delle ferie arretrate del 2018. Nella pianta organica ministeriale, in teoria, sarebbero previsti 28 funzionari direttivi. Nella lettera al ministero della Giustizia il provveditore descrive una situazione allarmante che neppure il velo del burocratese riesce a rendere meno preoccupante. Veneziano cita la “caratura criminale” di molti detenuti reclusi in Sardegna e la “difficolta’ gestionale” delle due case circondariali piu’ importanti, Cagliari e Sassari. La carenza dei dirigenti – ricorda il provveditore – “puo’ essere definita atavica”.

“La sostenibilita’ e la tenuta del sistema”, si legge nella comunicazione, “era garantita soltanto da un sapiente esercizio dell’istituto della delega verso alcune figure apicali dei quadri intermedi che intervenivano in assenza del dirigente, risolvendo le criticita’ piu’ gravi e rilevanti. Ora anche quelle figure intermedie stanno venendo meno, per via dei progressivi pensionamenti”. L’Osapp, organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria, certifica anche questa carenza. Una delegazione sta visitando i 10 istituti della Sardegna. “E’ cronica l’assenza anche delle fiure intermedie sia del corpo di polizia penitenziaria (ispettori e sovrintendenti) sia del comparto ministeri necessarie per il buon andamento del mondo penitenziario sardo”, segnala Domenico Nicotra, segretario generale aggiunto dell’Osapp, evidenziando anche la carenza di comandanti degli agenti penitenziari, in particolare a Sassari. A Bancali, inoltre, “sono state allestite dodici sale per i processi in videoconferenza, mentre il personale del Corpo con qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria e’ quantificabile in soli quattro ispettori”. “Inoltre”, aggiunge Nicotra, “si deve tenere conto della grave situazione economica che non consente piu’ neanche la manutenzione ordinaria degli istituti penitenziari, che in assenza di urgenti e tangibili provvedimenti saranno destinati a un lento e inesorabile degrado. E’ necessario che il ministro della Giustizia e il capo del Dap risolvano con urgenza le criticita’ penitenziarie della Sardegna sia sotto il profilo dell’incremento del personale penitenziari sia dal punto di vista finanziario”.

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