Carlo Calenda e l’Azione di quattro parlamentari che ‘scappano’ dal partito

Carlo Calenda perde quattro parlamentari:  le senatrici Mariastella Gelmini e Giusy Versace , e i due deputati Enrico Costa e Mara Carfagna. Al Senato al segretario basta un semplice selfie con il collega Marco Lombardo per dare conto della attività parlamentare del suo partito a Palazzo Madama, visto che al  momento  sono rimasti solo loro due.

Carlo Calenda parte dal mondo degli affari e viene chiamato da Luca Cordero Di Montezemolo a Maranello e, quando il dirigente della Ferrari arriva al vertice di Confindustria,  lo chiama con se e lo vuole nella sua  creatura Italia Futura, che partecipa nel 2013 alla lista Monti.  Calenda è candidato nella quota dei montezemoliani, e non viene eletto ma  farà il viceministro del governo di Enrico Letta. Poi saluta Scelta Civica e si imbarca nel PD renziano dando il via alla sua folgorante ascesa: prima rappresentante dell’Italia in UE, poi ministro. Alle successive elezioni europee  lancia il suo manifesto “Siamo Europei” e quando fonda Azione,  Calenda che ha fatto il manager e il ministro, non idea di come si faccia un partito. Storica l’espressione di  Clemente Mastella che,  da affermato politico di lungo corso lo dipinge: ‘Ma quel pariolino…dove vuole andare?’. Quando si candida a sindaco di Roma con una voglia matta di sabotare il PD si tatua sul polso SPQR, il giorno prima di sposarsi completamente ubriaco si tatua uno squalo: tecnocrate sì, ma anche uomo del popolo e con una sana voglia di vivere. Ora che sembra aver iniziato una parabola discendente, di cui è difficile prevedere l’esito, mentre in tanti abbandonano il partito Carlo Calenda continua a giocherellare.

Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini salutano e prendono la porta, e lo stesso fa Giusy Versace. Tutte e tre passano al misto.  Calenda, ancora non coglie che in politica non basta dare istruzioni e impartire ordini, ma  contano  i rapporti di forza, i voti, la capacità di mobilitare l’opinione pubblica ed altro.  Calenda, prima critica Renzi, poi ci fa un accordo, fonda il Terzo Polo poi lo manda per aria. Renzi chiarisce che Calenda è contro e alternativo a Meloni, ma è alternativo anche a  Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli. Di lui si ricorda l’ascesa di Azione,  l’ex manager braccio destro di Luca Cordero di Montezemolo e la sua rovinosa caduta. Ora si hanno quattro parlamentari in fuga, Enrico Costa  tornato a Forza Italia,  Mariastella Gelmini e Mara Carfagna che  andranno con Maurizio Lupi a Noi Moderati,  e Giusy Versace probabilmente riaccolta da Tajani, in disaccordo sul campo largo,  ed un consigliere comunale della Capitale che, tutti uniti,  lo  abbandonano nello spazio di 48 ore.

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